Home » Cultura » Teatro » Premio Danzuso: al Brancati di Catania un gala tra memoria, teatro ed emozioni

Premio Danzuso: al Brancati di Catania un gala tra memoria, teatro ed emozioni

Premio Danzuso: al Brancati di Catania un gala tra memoria, teatro ed emozioni
Premio Domenico Danzuso – Catania

L’evento, giunto alla ventiquattresima edizione, è dedicato al critico teatrale scomparso nel 2000. Conferiti i riconoscimenti a vari artisti, tramite il racconto dell’arte e dell’impegno civile

CATANIA – Una serata ricca di cultura, ricordi ed emozioni quella andata in scena al teatro Brancati di Catania per il premio Domenico Danzuso. Un gala fatto di parole, riconoscimenti, frammenti di spettacolo e soprattutto di persone, prima ancora che di premi.

Il premio Domenico Danzuso, giunto quest’anno alla ventiquattresima edizione, nasce per onorare la memoria del celebre critico teatrale catanese, scomparso nel 2000 dopo cinquant’anni di attività tra giornali, riviste e insegnamento. L’iniziativa è cresciuta nel tempo grazie al sostegno di importanti istituzioni cittadine e nazionali, diventando un appuntamento fisso per il teatro e la cultura siciliana. Ogni anno il premio celebra non solo artisti e spettacoli, ma anche intere famiglie teatrali, interpreti, registi, musicisti e operatori culturali che hanno contribuito a rendere grande la scena catanese, mettendo al centro la memoria, l’innovazione e il dialogo tra generazioni. È un riconoscimento che unisce palco, istituzioni e pubblico, raccontando storie di arte e di impegno civile, e tenendo viva la tradizione teatrale dell’isola.

L’omaggio a Tuccio Musumeci

L’omaggio a Tuccio Musumeci è stato uno dei momenti più belli e partecipati della serata. Un signore del teatro, prima ancora che un grande attore, capace in una carriera lunghissima di fare davvero tutto: dal palcoscenico al cinema nazionale e internazionale. Oggi Musumeci è grande, e con la lucidità che lo ha sempre contraddistinto ha deciso di non fare più teatro, ma continua comunque a lavorare nel cinema, portando con sé una storia enorme. Una storia che appartiene a tutti, perché Tuccio Musumeci lo conoscono grandi e piccoli, spettatori di ogni età. Sul palco ha strappato sorrisi, con quella simpatia naturale che non lo ha mai abbandonato, ed è stato un momento semplice e vero, capace di emozionare senza retorica.

Musica, parole e famiglie teatrali

Particolarmente intensa l’interpretazione di Livia Giordano, che ha dato voce a un brano dello Stabat Mater nato durante la pandemia e scritto in siciliano: una prova che ha toccato il pubblico per sobrietà e forza emotiva.

Tra i momenti più applauditi, l’omaggio alla famiglia Lo Giudice-Giordano-Torrisi, una vera “famiglia teatrale” che attraversa generazioni e linguaggi.

L’intervento di Carlo Alberto Tregua

Ed è proprio parlando di famiglia che è arrivato uno degli interventi più significativi della serata, quello del direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, decano dei direttori dei quotidiani.

Tregua ha scelto parole semplici ma nette, richiamando il valore dell’umanità in un tempo dominato dalla tecnologia: “L’intelligenza emozionale non può essere sostituita. Nulla potrà mai prendere il posto dell’uomo in questi momenti”. E poi l’affondo sul ruolo della famiglia, indicata come esempio e presidio culturale: “È importantissimo che la famiglia resti unita, che i figli crescano ascoltando l’esperienza dei nonni e dei genitori. Dovrebbe essere un modello molto più presente nei mezzi di comunicazione. In televisione e nei media si parla poco di famiglia, e invece se ne dovrebbe parlare di più”.

Un intervento che ha raccolto consenso e applausi, perché ha dato voce a un sentimento condiviso, andando oltre la ritualità della premiazione.

Conduzione, istituzioni e comunità teatrale

A rendere l’atmosfera ancora più piacevole è stata la conduzione di Marina Cosentino, capace di tenere insieme momenti diversi, alternando premi, performance e interventi senza mai spezzare il ritmo. La sua presenza sul palco ha dato continuità e leggerezza, permettendo alla serata di scorrere con equilibrio e partecipazione.

La presenza di Trantino non è stata solo simbolica. È salito sul palco, è intervenuto, ha consegnato alcuni premi e ha partecipato attivamente alla serata, contribuendo a creare un clima di condivisione e di attenzione sincera verso il mondo del teatro. Il suo intervento ha rafforzato l’idea di una cultura che non resta ai margini, ma che dialoga con la città e con le sue istituzioni.

In sala e dietro le quinte c’erano anche operatori culturali e professionisti che lavorano in luoghi centrali della vita artistica cittadina, spazi che ogni anno ospitano numerosi eventi e produzioni. Una presenza diffusa che ha restituito l’immagine di una comunità teatrale viva, capace di ritrovarsi e riconoscersi in un appuntamento che, più che una premiazione, è stato un momento di incontro.

Catania, una città culturalmente viva

La serata al Teatro Brancati ha mostrato ancora una volta come Catania sia una città viva culturalmente, capace di far convivere tradizione e nuove esperienze artistiche. Tra spettacoli, premi e partecipazione del pubblico, emerge una comunità attenta al proprio passato ma sempre proiettata verso il presente e il futuro del teatro e della cultura.