Una telefonata durante la notte che certamente Maria Corina Machado non dimenticherà. Nel cuore della notte, infatti, la leader dell’opposizione in Venezuela è stata svegliata da Kristian Berg Harpviken, segretario per il Comitato dei premi Nobel, che da Oslo l’ha chiamata per annunciarle la straordinaria notizia.
Premio Nobel per la Pace, la telefonata a Machado: “Non riesco a crederci”
“Non riesco a crederci”, queste le prime parole della leader dell’opposizione venezuelana che, sorpresa, ha risposto alla telefonata, di certo inusuale ma chiaramente graditissima.
Le motivazioni per il Premio Nobel
Una “paladina della pace coraggiosa e impegnata”, ha esordito Jorgen Wayne Frydnes nelle motivazioni del Nobel. “Una donna che tiene accesa la fiamma della democrazia tra crescente oscurità”, ha aggiunto.
La “Lady di ferro” del Venezuela
María Corina Machado, nota anche come la “Lady di ferro” del Venezuela, è l’incarnazione di “resilienza, tenacia e patriottismo”, ha scritto Marco Rubio su Time Magazine che ha inserito il suo nome nell’elenco delle 100 persone più influenti del mondo per il 2025.
“Non scoraggiata da formidabili sfide, Maria Corina non si è mai tirata indietro dalla sua missione che è quella di combattere per un Venezuela libero, onesto, e democratico”, ha aggiunto il segretario di Stato americano.
Il suo “principio guida” è sempre stato lo stesso, “lasciare ai suoi figli, Ana Corina, Ricardo, Henrique, e ai figli del Venezuela un Paese libero da tirannia”, ispirata dalla frase “hasta el final” (fino alla fine). “La sua leadership di principio è un faro di speranza, che rende la nostra regione e il mondo un posto migliore”.
L’opposizione a Maduro
Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana alla quale è stato assegnato il Nobel per la pace per il 2025, è “uno degli esempi più straordinari di coraggio civile in America Latina nei tempi recenti”.
Secondo le motivazioni, è stata una “figura chiave, unificatrice in un’opposizione politica che una volta era profondamente divisa, un’opposizione che ha trovato terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di un governo rappresentativo”.
