Prendere decisioni - QdS

Prendere decisioni

Maurizio Arena

Prendere decisioni

giovedì 08 Aprile 2021

Prenderemo in considerazione tre aspetti cognitivi fondamentali

Dover prendere decisioni, comporta il dovere fare delle scelte che possono condurre a una conseguenza a nostro favore, nostro sfavore o ad una situazione immutata.
E’ questa incertezza che determina la paura di scegliere, la paura di sbagliare, la paura di soffrire.

Prenderemo in considerazione tre aspetti cognitivi fondamentali: la neuroscienza delle decisioni, le disfunzioni cognitive, la risoluzione dei problemi.
La scienza che studia il modello neurobiologico dei processi inferenziali e decisionali, mediante l’integrazione di psicologia, neuroscienze, economia e intelligenza artificiale, è la Neuroeconomia, che rappresenta di per sé una neuroscienza della decisione.
Le tre aree del cervello coinvolte nel processo decisionale, non sempre agiscono in maniera sinergica e nella stessa direzione, ciò determina il crearsi di effetti imprevisti e contraddittori nel corso di un processo decisionale. Inoltre, il carattere delle nostre decisioni dipende da quali processi neuroanatomici vengono di volta in volta attivati, nel prendere decisioni.

Se le nostre decisioni saranno logiche, analitiche, razionali, controllate, saranno attivate da processi condizionati dal cervello recente, dalla neocorteccia. In queste circostanze l-uomo, in balia del prevalente processo automatico o razionale, pur avendo la percezione di aver deciso una certa cosa, avrà una scarsa incidenza empatica.
Se le nostre decisioni, saranno istintive, emotive e prive di una base razionale, saranno attivate da processi di tipo automatico condizionati dal cervello più antico, dal cervello rettiliano limbico. In queste circostanze l’uomo, in balia del prevalente processo istintivo emotivo, non ha la percezione di aver deciso una certa cosa, ne su quali basi abbia preso tale decisione.

Ogni giorno ci troviamo davanti a delle decisioni da prendere: a volte può essere difficile capire cosa si vuole veramente, specie se ci sono molte variabili che intervengono nel processo decisionale.
I fattori disturbanti si distinguono in interni ed esterni.
Quelli interni comprendono aspetti caratteriali personali, la struttura operativa oggetto dell’obiettivo.
Quelli esterni comprendono il contesto dell’obiettivo personale, la legislazione, i cambiamenti socio-culturali.

In balia di questi fattori disturbanti, siamo indotti a procrastinare, a rinviare la decisione, nel non prendere decisioni all’ultimo minuto, potremmo non averne più alcune a disposizione.

Le scuse tipiche che ci portano a procrastinare sono numerose, ma possono essere sintetizzate in queste sette pretesti fondamentali: “Non è importante”, “Prima devo fare …”, “Ho bisogno di più informazioni per iniziare”, “Mi sento sopraffatto e ho troppe cose da fare”, “Non ho tempo ora”, “Continuo a dimenticare”, “Non me la sento”.

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