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Da simbolo del potere dei Santapaola a luogo d’accoglienza: presentata nuova sede della Commissione per la protezione internazionale

Da simbolo del potere dei Santapaola a luogo d’accoglienza: presentata nuova sede della Commissione per la protezione internazionale
Nuova sede per la Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale a Catania – QdS

Nuovo impiego dei locali di viale Africa 64. Le parole della Prefetta Librizzi e il ricordo di papa Francesco.

Da simbolo del potere mafioso a presidio di legalità e accoglienza. I locali di viale Africa 64, sequestrati al clan Santapaola, sono stati ufficialmente trasformati nella nuova sede distaccata della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Catania.

Non più un punto di ritrovo per i membri del gruppo mafioso catanese, ma uffici dove vengono presentate ed esaminate le richieste di protezione da parte di uomini e donne in fuga da guerre, persecuzioni o discriminazioni per motivi di razza, religione o idee politiche. I locali, sottratti alla criminalità organizzata nel 2022, sono stati interamente riqualificati e, dal 28 gennaio 2025, sono pienamente operativi.

Nuova sede per la Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale a Catania

La nuova sede è stata presentata ufficialmente alla stampa, in un evento che ha visto la partecipazione delle istituzioni coinvolte. A consegnare formalmente gli spazi è stata la prefetta di Catania, Maria Carmela Librizzi. I locali, infatti, sono stati assegnati alla Commissione grazie a una procedura avviata dalla Prefettura due anni fa. A illustrare le funzioni del nuovo presidio è stata la presidente della Commissione territoriale per i rifugiati di Catania, Mariella Salerno.

Con fondi messi a disposizione dalla stessa Commissione è stato possibile adeguare i locali all’attività d’ufficio, permettendo anche di sfruttare anche la vicinanza strategica con gli uffici immigrazione della Polizia di Stato di viale Africa.

L’attività

“La logistica è perfetta e questi spazi ci permettono di lavorare in serenità – ha dichiarato Salerno –. In via Sturzo si tengono le audizioni, mentre qui redigiamo i provvedimenti e attiviamo il Sistema Unico Asilo (SUA). Ringrazio la prefetta, il questore e il vice questore, che ci hanno messo a disposizione, un pomeriggio a settimana, anche alcuni locali per il ricevimento dell’utenza. I loro uffici sono aperti alla Commissione per accogliere le richieste dei richiedenti asilo”.

La presidente ha poi illustrato nel dettaglio l’attività della sede della Commissione: “Ogni giorno i nostri funzionari ascoltano in media 14 richiedenti, definendo progressivamente la loro posizione. Va però sottolineato che circa il 90% delle decisioni si conclude con un diniego, che comporta inevitabilmente un ricorso e dunque un contenzioso complesso da gestire. Attualmente abbiamo otto funzionari impegnati tra colloqui, redazione dei provvedimenti e gestione dei ricorsi”.

Un ulteriore rafforzamento arriva dalla collaborazione con il mondo universitario: “Abbiamo siglato un protocollo con l’Università di Catania – ha proseguito Salerno – che ha già portato tre giovani studenti di Giurisprudenza a collaborare con la Commissione, in particolare sul fronte del contenzioso”.

A supportare il lavoro della Commissione anche l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che ha individuato un esperto in diritti umani chiamato a collaborare stabilmente con la sede distaccata di viale Africa.

Il ricordo di Papa Francesco

Nel giorno della presentazione della sede distaccata della Commissione territoriale dei rifugiati di Catania, avvenuta il 22 aprile, la prefetto Librizzi ha voluto ricordare Papa Francesco, morto il 21 aprile. “Sono giorni di grande tristezza e smarrimento, perché è come se fosse venuta a mancare una persona cara, un punto di riferimento importante. Viviamo questi giorni con grande tristezza, ma anche consapevoli di aver avuto un grande dono nella forza delle sue parole e nel suo esempio”.

Librizzi ha incontrato Papa Francesco in tre occasioni che ha ricordato proprio da Viale Africa 64. “Sono stata molto fortunata – ha spiegato la prefetta di Catania – perché l’ho incontrato due volte nell’espletamento del mio ruolo e una volta partecipando ad una messa nella Chiesa di Santa Marta, con pochissime persone, leggendo le letture con il Papa alle mie spalle. Ho dei ricordi straordinari di un sorriso dolcissimo, di grande serenità e occhi che esprimevano tanta bontà”.