RIMINI – Lo scorso fine settimana si è conclusa in Romagna l’edizione 2025 del Ttg Travel experience, una delle più grandi manifestazioni nazionali dedicate al settore turistico. Una tre giorni in cui operatori internazionali e key player delle principali aziende del comparto si ritrovano per tracciare un bilancio del comparto e delineare le prospettive per il futuro.
Nel corso della manifestazione sono stati snocciolati i primi dati sul comparto ricettivo per il 2025, che hanno confermato come a livello nazionale il trend continui a crescere e ad alimentare rosee prospettive per il futuro. Stando ai dati diffusi dall’Ente nazionale italiano per il turismo (Enit), infatti, entro la fine di quest’anno il settore genererà 3,2 milioni di posti di lavoro, che diventeranno 3,7 entro dieci anni. Saranno raggiunti inoltre i 237,4 miliardi di Pil a fine 2025, con una crescita stimata fino a toccare quota 282,6 miliardi nel 2035.
Le previsioni sulla spesa turistica
Interessanti anche le previsioni sulla spesa turistica, che genera crescita socioeconomica per tutta la filiera nazionale, attraendo investimenti sui territori italiani: a fine anno raggiungerà 185 miliardi di euro (di questi 124,6 generati da turisti italiani e i restanti 60,4 mld da visitatori internazionali). “Un segnale concreto – hanno sottolineato da Enit – di crescita e attrattività dell’Italia: rispetto al 2024 infatti la spesa degli stranieri aumenterà del 9,4% (era 55,2 miliardi) e dell’1,6% quella degli italiani (che ammontava a 122,6mld). Da qui ai prossimi dieci anni, invece, si stima che la spesa turistica possa crescere fino a 220,5 miliardi di euro: 142,5 mld da italiani e 78 mld proveniente dalle spese di turisti esteri”.
Impatto sul Pil di circa 240 miliardi di euro
“Il turismo – ha commentato l’ad di Enit, Ivana Jelinic – cresce e guida lo sviluppo del nostro Paese. Uno sviluppo economico, come testimoniato dai numeri, e sociale, generando occupazione e investimenti sui territori. Uno strumento che valorizza le comunità locali e che unisce le culture. Stiamo lavorando bene e i dati ne sono la migliore riprova: un impatto sul Pil di circa 240 miliardi di euro, oltre 3 milioni di posti di lavoro e una spesa turistica pari a 185 miliardi”.
Da non trascurare, poi, i numeri su arrivi e presenze. Sempre stando alle informazioni diffuse da Enit nei primi sette mesi dell’anno in corso le presenze turistiche in Italia sono state 268,4 milioni crescendo del +5,7%: 151,8 stranieri che registrano un picco di crescita del 10,4% e 116,6 italiani. Numeri che rendono l’Italia il secondo più scelto in Europa dopo la Spagna. Positiva anche la bilancia della spesa turistica del primo semestre 2025: gli stranieri in Italia hanno speso 24,9 miliardi mentre gli italiani all’estero 15,7 miliardi, per un saldo totale di +9,2 miliardi di euro.
“Il turismo – ha commentato il ministro Daniela Santanché – rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra economia. I dati presentati da Enit confermano non solo la resilienza del nostro settore, ma anche la capacità dell’Italia di attrarre visitatori da tutto il mondo. Il Wttc Global summit, che ha portato all’Italia otto miliardi di investimento, assume in questo scenario un valore ancora più significativo e strategico, poiché sostiene la crescita di un settore in espansione e fornisce l’occasione per fissare obiettivi sempre più ambiziosi. Siamo impegnati a sostenere questa crescita attraverso politiche che promuovano l’innovazione e l’investimento nelle infrastrutture turistiche e a sostenere i lavoratori. Basti pensare al provvedimento sulle Staff House di 120 milioni di euro, di cui abbiamo recentemente pubblicato il decreto. Investire nel turismo significa investire nel futuro delle comunità e nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale e naturale. Continueremo a lavorare affinché l’Italia rimanga una meta privilegiata per i turisti di ogni provenienza, attirando nuove risorse per il comparto”.
Crescono anche le infrastrutture
Crescono anche le infrastrutture, utilizzate costantemente da viaggiatori nazionali e internazionali, strategiche per lo sviluppo dell’intero Paese. I primi otto mesi del 2025 vedono un implemento del 7,4% rispetto al 2024 di passeggeri aeroportuali internazionali (105,5 milioni di viaggiatori di cui 70,1 mln europei): i principali Paesi di provenienza risultano essere Regno Unito (16,1% sul totale degli arrivi, in crescita del 3,2%), Germania (10,6%, +3,7% di arrivi), Usa (8,8% sul totale, 2,3% di incrementi) e Spagna (8,4% sulla quota totale, 9,2% di implemento). I viaggiatori provenienti dalla Germania sono quelli che hanno speso di più in Italia nel primo semestre dell’anno ossia 3,6 miliardi di euro (+5,7% rispetto al 2024), rimane stabile la spesa dei turisti americani (2,9 miliardi) seguiti da Regno Unito (2,4 miliardi, +10,1%) e Spagna (1,4 miliardi, +2,5%).
A confermare le previsioni dell’Enit vi sono anche i numeri diffusi da Demoskopika, che ha elaborato previsioni promettenti per l’anno in corso. Come si legge nel report diffuso dall’istituto il 2025 promette “un andamento positivo dei flussi complessivi: 146,3 milioni di arrivi e quasi 476,8 milioni di presenze, pari rispettivamente a una crescita del 4,7% e del 2,3% rispetto al 2024, quando si erano registrati 139,6 milioni di arrivi e 466,1 milioni di pernottamenti. In termini assoluti, ciò significherebbe oltre 6,6 milioni di turisti in più avrebbero optato di pernottare nel sistema ricettivo del Belpaese nei 12 mesi dell’anno in corso. A trainare l’incremento, la forte spinta della componente estera”.
Gli arrivi internazionali potrebbero raggiungere quota 82,3 milioni
Secondo le stime di Demoskopika, infatti, gli arrivi internazionali potrebbero raggiungere quota 82,3 milioni (+11,3% sul 2024) e le presenze salirebbero a 263 milioni (+3,5%). Al contrario, il mercato domestico mostrerebbe segnali di frenata, probabilmente legati all’aumento dei costi complessivi di trasporti, ospitalità e ristorazione, che potrebbero scoraggiare una parte della domanda interna: gli arrivi degli italiani sono stimati in 64 milioni, in calo del 2,7% rispetto all’anno precedente, generando quasi 214 milioni di presenze, con un incremento significativamente più contenuto, pari allo 0,8%. Nel complesso, i flussi turistici in Italia potrebbero generare una spesa diretta di quasi 135 miliardi di euro, con un +6,7% rispetto al 2024.
Per quanto riguarda la metodologia, da Demoskopika hanno precisato che le previsioni per l’annualità 2025 sono state ottenute utilizzando il modello Tourism forecast (Tf) dell’Istituto. Esso “genera le sue previsioni applicando alla serie temporale (periodo gennaio 2010-luglio 2025) degli arrivi e delle presenze rilevati dalle fonti ufficiali (Istat) un modello autoregressivo integrato a media mobile stagionale corretto con variabili esogene. Si precisa che il valore predittivo è contenuto in un intervallo di confidenza compreso tra un valore minimo e massimo della previsione. E inoltre, considerata la natura provvisoria dei dati Istat relativi al periodo gennaio-luglio 2025, le previsioni potrebbero subire eventuali ulteriori scostamenti”.
Guardando meglio ai numeri, quindi, il report evidenzia una forbice di presenze da un minimo di 455.174.023 a un massimo di 498.369.480. Nel primo caso, si assisterebbe a un incremento del 4,2 rispetto al 2019 e di una diminuzione del 2,4% rispetto allo scorso anno. Nella migliore delle previsioni, invece, vi sarebbero incrementi del 14,1% sul pre pandemia e del 6,9% sul 2024.
Occorre tenere d’occhio l’andamento dei prezzi
Per l’istituto, in ogni caso, occorre tenere d’occhio l’andamento dei prezzi che si conferma un fattore condizionante per le scelte della destinazione turistica. Come evidenziato da Demoskopika, infatti, “i voli nazionali registrerebbero un rialzo dei prezzi con un’inflazione acquisita stimata del 19,4%, a fronte di un modesto +0,3% per i voli internazionali. Analoga dinamica per i pacchetti vacanza: +10,3% per quelli nazionali contro un +6% per quelli esteri. A ciò si aggiungono aumenti significativi anche per i servizi di alloggio (+6,5%) e ristorazione (+3,1%)”.
Non bisogna dimenticare le notevoli differenze territoriali
Nel ragionamento sulla crescita del turismo italiano, però, non bisogna dimenticare le notevoli differenze territoriali che continuano a esserci tra le diverse regioni. La primatista Veneto, infatti, stando alle elaborazioni fornite dall’Istat, raccoglie circa il 16% dei pernottamenti totali del Paese, mentre la Sicilia non riesce neanche a raggiungere il 4%. Volendo elaborare tali percentuali con le stime più ottimistiche fornite da Demoskopika, possiamo ipotizzare un 2025 con quasi ottanta milioni di pernottamenti per il Veneto (79,6 milioni circa) e l’Isola ferma a poco meno di venti milioni. Di strada da fare per ridurre questa forbice, insomma, ce n’è ancora moltissima. Anche e soprattutto considerando le enormi potenzialità ancora inespresse della Sicilia.
Le prospettive siciliane
Nelle scorse settimane la Capitale, nell’Auditorium del Parco della Musica, ha ospitato la 25^ edizione del World Travel and Tourism Council Global Summit. Si tratta di un forum per l’industria dei viaggi e del turismo composto da membri della comunità imprenditoriale globale, che collabora con i Governi per aumentare la consapevolezza sull’industria dei viaggi e del turismo.
Il Wttc Global Summit rappresenta un appuntamento di assoluto rilievo internazionale, che quest’anno è tornato a svolgersi in Europa dopo sei anni. L’evento ha rappresentato un focus su temi chiave del settore, come la trasformazione digitale, il turismo rigenerativo e le strategie di investimento, con particolare attenzione al ruolo crescente della tecnologia nello sviluppo del comparto.
E al suo interno ha trovato spazio anche la Sicilia, in particolare con le parole pronunciate dal presidente del Wttc Greg O’Hara. “Una regione meravigliosa – ha detto – con tradizioni straordinaria. La Sicilia e le sue isole minori rappresenteranno una delle destinazioni turistiche più importanti per i prossimi dieci anni, non solo in Italia ma a livello mondiale”.
Le opportunità di crescita, quindi, ci sono: adesso occorre sfruttarle per recuperare il terreno perduto.

