Corruzione, peculato e truffa. Per questo motivo, la procura diretta da Maurizio de Lucia ha chiesto un processo per il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Secondo quanto emerso dall’accusa infatti, i finanziamenti dell’Assemblea regionale siciliana sarebbero stati elargiti agli imprenditori vicini e amici, dunque i più stretti, in cambio di incarichi. L’auto con cui il presidente dell’Ars circolava in ogni zona della Sicilia invece, sarebbe stata utilizzata per accompagnare amici e parenti. L’udienza preliminare è stata fissata per il 21 gennaio prossimo dal gup del tribunale del capoluogo siciliano, Giuseppa Zampino.
Non solo Gaetano Galvagno. Tutti i nomi per cui è stato chiesto il processo
Oltre all’attuale presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata anche per soggetti molto vicini all’esponente di Fratelli d’Italia, tra cui l’ex portavoce del politico, Sabrina De Capitani, ma anche l’imprenditrice Caterina Cannariato.
Richiesto inoltre il processo anche dell’imprenditore Alessandro Alessi, per la dipendente di Fondazione Orchestra sinfonica siciliana Marianna Amato e per chi all’epoca era l’autista del presidente Ars, Roberto Marino.
Le reazioni, De Luca: “Galvagno faccia seria riflessione se continuare”
Non sono tardate le reazioni alla notizia. Il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca afferma: “La richiesta di rinvio a giudizio per Galvagno è l’ennesima tegola per Schifani e per una maggioranza ormai delegittimata dagli scandali in serie. Se Galvagno dovesse andare a processo dovrebbe dimettersi per tutelare l’immagine sempre più compromessa del Parlamento, ma già ora dovrebbe fare una seria riflessione e fare un passo indietro”.
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