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VIDEO | I due presidenti sorridenti, Galvagno valuta il rito abbreviato

Escono sorridenti da Sala d’Ercole i due presidenti, Renato Schifani e Gaetano Galvagno. Dopo una battuta sull’impossibilità di evitare la stampa in agguato ed un momento di convenevoli su chi avrebbe parlato prima tra il “padrone di casa” presidente dell’Ars ed il presidente della Regione Siciliana appena dopo un voto di fiducia che pendeva sul suo capo, Schifani ha commentato la lunga giornata parlamentare conclusa con soli 26 voti a favore della sfiducia sui 67 dei deputati presenti a Sala d’Ercole. Un commento sorridente, ma non privo di una stilettata all’indirizzo dell’opposizione.

Schifani: “Dibattito molto acceso”

“Mi pare che la maggioranza ha dato prova oggi di grandissima compattezza”, dice Renato Schifani definendo quello appena conclusosi come “un dibattito molto acceso da parte dell’opposizione”.

Poi il confermato presidente della Regione entra nel vivo del commento sulla giornata. “Era mio dovere ascoltare, tranne qualche piccola pausa tecnica e non politica, ci terrei a chiarirlo ed infatti mi sono pure scusato con l’onorevole La Vardera”, ha detto Schifani riferendosi al dubbio dilagato per Sala d’Ercole su un allontanamento dall’Aula per non ascoltare l’intervento del fondatore di Controcorrente Ismaele La Vardera.

Schifani: “Da opposizione assenza di controproposte”

“Quello che ho riscontrato è l’assenza della controproposta”, ha sottolineato Schifani riprendendo un argomento già affrontato in aula in chiusura del proprio intervento. “Hanno soltanto contestato, tutto, anche l’inverosimile, ma non c’é la controproposta. Noi andiamo avanti sul nostro programma – prosegue Renato Schifani – e non ho mai avuto dubbi sull’esito di questa votazione anche perché siamo dalla parte del giusto ed abbiamo il diritto e dovere di governare. Ce lo hanno chiesto i cittadini siciliani, ci hanno investito di questo ruolo e dobbiamo portarlo avanti”.

Con Schifani la foto degli alfieri compatti a favore di stampa

Insieme al presidente Schifani, oltre al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno rimasto al suo fianco, anche i capigruppo della maggioranza che hanno fatto da cornice nel corso delle dichiarazioni rese alla stampa manifestando in tal modo l’immagine della compattezza e della vicinanza.

Ma Gaetano Galvagno non si è fermato a caso al fianco del presidente della Regione Siciliana, perché la notizia che ha acceso ancora l’attenzione, della stampa ma anche dell’opposizione, cui non ha negato una premessa in apertura di discussione sulla sfiducia il relatore della mozione, è quella della richiesta di rinvio a giudizio che la Procura della Repubblica di Palermo ha depositato nei suoi confronti ed a carico di altre cinque persone con le ipotesi di reato, a vario titolo, di corruzione e peculato.

Galvagno: “Valuterò giudizio immediato”

L’udienza preliminare, per l’esponente siciliano di alto livello di Fratelli d’Italia e presidente dell’Assemblea regionale, è stata fissata per il 21 gennaio prossimo dinnanzi al giudice per le udienze preliminari Giuseppa Zampino, del Tribunale del capoluogo siciliano.

Gaetano Galvagno non si sottrae quindi alla domanda, e sa già qual è: “Delle due ipotesi di corruzione, una è già stata archiviata: quella inerente il capodanno di Catania. Quindi la vedo assolutamente favorevolmente. Certo, mi dispiace che sia rimasta ancora in piedi questa ipotesi di peculato per l’utilizzo dell’auto. Ci auguriamo di poter chiarire quanto prima. Anzi, valuterò – e potete anticiparlo – anche quello che può essere un giudizio immediato, per la voglia di chiarire quanto prima. Questa è la posizione e siamo abbastanza sereni di poter dimostrare tutto quello che magari non siamo stati bravi a dimostrare prima o comunque che avremo certamente voglia, esigenza, bisogno di chiarire quanto prima i fatti che sono rimasti contestati. Ricordo che sono cadute tutte le utilità personali, non c’é nulla che riguardi la mia persona e mi auguro quanto prima di potere risolvere”.

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