Approvato un decreto che vieta alle donne di cantare o parlare in pubblico. Il provvedimento ha suscitato una condanna unanime nella Comunità internazionale
KABUL (AFGHANISTAN) – Il governo talebano ha introdotto il 21 agosto il “Decreto sulla propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”, che vieta alle donne di cantare o parlare in pubblico. Una norma che impone nuove restrizioni ai diritti delle Afghane già ridotti al lume. Dal 2022 le donne in Afghanistan non possono più frequentare l’università, dal 2021 studiare superati i 12 anni.
Il provvedimento ha suscitato una condanna unanime nella Comunità internazionale.
In Afghanistan le donne non possono più cantare o parlare in pubblico
L’Unione europea si è dichiarata sconvolta dall’emanazione della legge. Le nuove norme (sono oltre 35) violano gli obblighi legali e i trattati internazionali che lo stesso Afghanistan ha firmato. L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha chiesto ai talebani di “porre fine a questi abusi sistematici, che potrebbero equivalere a persecuzione di genere, un crimine contro l’umanità ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, di cui l’Afghanistan è uno Stato membro”.
Per Borrell, il decreto creerebbe anche un ulteriore ostacolo alle relazioni normalizzate e al riconoscimento internazionale a cui i talebani spirano dopo aver riconquistato il potere a Kabul.
In Italia non sono mancate reazioni bipartisan. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha definito i talebani “incivili oscurantisti” e ha sottolineato come la nuova legge sia “un’altra dimostrazione di quante parti del mondo islamico siano affette da un autentico oscurantismo”.
Germana Abbagnato, assessore al Turismo, Cultura ed Eventi del Comune di Mazara del Vallo, componente del direttivo nazionale di Azione, ha chiesto di condannare pubblicamente la privazione delle libertà delle donne in Afghanistan.
Matteo Renzi, senatore e presidente di Italia Viva, ha definito vergognoso “ciò che sta accadendo alle ragazze afghane nelle mani dei talebane. Ed è vergognoso – ha continuato – che nessuno ne parli più. Si erano fidate di noi e le abbiamo lasciate sole nelle mani dei loro aguzzini”.
Stefania Brillante, avvocato dell’associazione Donne X Strada, ha evidenziato come le donne afghane siano “condannate all’invisibilità”, citando Khaled Hosseini per enfatizzare la gravità della situazione.
Nei giorni scorsi è intervenuta anche la cantante e produttrice Caterina Caselli. In un video pubblicato sui propri social, ha descritto il nuovo divieto di canto e parola come “un’orribile violenza” e ha sottolineato come persino gli schiavi, pur con le catene ai piedi, avessero la possibilità di cantare.
Caterina Caselli ha parlato del canto come “la voce dell’anima” e ha esortato tutte le donne libere, che vivono in società che difendono i diritti, a unirsi per denunciare questa ‘infamia’. Caselli ha chiuso il suo appello invitando a far sentire la propria voce per opporsi a ingiustizie come quella generata dal decreto talebano, per proteggere i diritti fondamentali delle donne afghane.
Ecco alcune delle 35 regole afghane
Ecco alcune delle 35 regole afghane imposte con l’approvazione del “Decreto sulla propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”: le donne possono uscire di casa solo nei casi di necessità; non possono indossare indumenti aderenti o corti; non possono cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico; non possono viaggiare senza essere accompagnate da un parente maschio; non possono fare incontri di qualsiasi tipo con uomini con cui non sono imparentate.
Gli uomini non possono portare pantaloni sopra al ginocchio e devono portare sempre la barba di media o lunga lunghezza. Inoltre, è vietata la produzione e la diffusione di immagini rappresentanti esseri viventi su qualsiasi dispositivo elettronico; è vietato ascoltare musica e suonare strumenti musicali; sono vietati i rapporti omosessuali; è vietato l’adulterio; è vietato fare scommesse e giocare d’azzardo; è vietato l’uso di droghe; è vietato fare amicizia con una persona non musulmana.