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Primo maggio: Macaluso a Portella, presidio alla Blutec

Primo maggio: Macaluso a Portella, presidio alla Blutec

A 95 anni, il senatore del Pci, ha ricordato come occorra lottare mafia e fascismo, “che uccidono la libertà”. Un’altra parte dei sindacati era invece a Termini per sostenere la manifestazione dei mille lavoratori

Migliaia di persone hanno ascoltato e applaudito lo storico deputato comunista Emanuele Macaluso che, a 95 anni da poco compiuti, è intervenuto oggi alla manifestazione tradizionalmente organizzata dai sindacati a Portella della Ginestra.

Si tratta di un luogo simbolo della lotta dei lavoratori dove il primo maggio del 1947 la banda di Salvatore Giuliano sparò contro la folla radunata per la festa, uccidendo undici persone.

“La sinistra – ha detto Macaluso – rischia di non capire più il senso delle lotte. Lotte per i diritti che significano lotte per il lavoro, contro la mafia e per la libertà. Mi sono formato politicamente e come uomo durante le lotte dei braccianti, degli zolfatari, degli operai. E sentivo la responsabilità enorme che ne derivava”.

“Questa sarà forse la mia ultima presenza qui a Portella”, ha aggiunto, ricordando come occorra lottare mafia e fascismo, “che uccidono la libertà”

Alla manifestazione sono intervenuti tra gli altri Serafino Petta, tra i superstiti della strage di Portella, e il segretario regionale della Cgil Enzo Campo.

Ludovico Guercio segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani, Antonio Nobile segretario provinciale Fim e Giacomo Raneri coordinatore erano invece a Termini Imerese per partecipare al sit in dei lavoratori Blutec davanti lo stabilimento.

“Il Primo maggio – hanno affermato in una nota congiunta – per i lavoratori dell’ex Fiat e dell’indotto non è un giorno di festa. Non lo è da ormai otto anni quando la Fiat, oggi FCA, ha deciso di abbandonare questo territorio lasciando nell’incertezza oltre mille famiglie”.

“Non è dunque – hanno sottolineato – un Primo maggio di festa ma di speranza, di perseveranza e di lotta. I lavoratori sono determinati a non mollare. Non vogliono vedere svanire così il loro futuro e quello delle loro famiglie”.

“Per questo oggi – hanno concluso – , organizzazioni sindacali e lavoratori, siamo davanti i cancelli dello stabilimento, per gridare con forza alla politica, all’azienda, a tutti colori che hanno responsabilità sulla vertenza che dobbiamo far ripartire il lavoro”.