CATANIA – Le start up Kymia, Sottoinsù e Guardian – Secure Carry On hanno vinto l’ottava edizione della Start Cup Catania, la prima in presenza dopo la pandemia, assicurandosi premi in denaro rispettivamente da 6.000, 4.000 e 3.000 euro, oltre l’accesso alla finale regionale di Palermo chiamata Start Cup Sicilia 2021.
Il pistacchio siciliano mostra uno straordinario appeal anche nel mondo delle start up, infatti il team Kymia composto da Anna Cacopardo, Arianna Campione, Stefano Paganini, Simona Bonaccorsi, Matteo Vertemati, Emanuela Giuffrida ha conquistato il primo premio proponendo l’idea di una cosmesi prodotta dai derivati del mallo del pistacchio di Bronte. L’innovazione risiede nel fortissimo potere antiossidante di Pistactive-f, nuovo principio attivo brevettato e nel donare una nuova vita ad uno scarto, il mallo, nella sua forma migliore.
Sottoinsù di Luca Alessandro, Emma Recupero, Gaetano Puglisi, Salvatore Scilletta è la seconda start up classificata, propone la prima piattaforma online che darà la possibilità a tutti gli artisti, emergenti e non, di guadagnare e di aumentare la propria notorietà attraverso l’utilizzo di un’app che semplificherà la compravendita delle opere d’arte prodotte.
Terza classificata è la start up del team di Guardian – Secure Carry On di Antonino Leonardi, Salvatore Crocellà, Gisella Spampinato, app pensata per vivere, senza stress, i momenti di svago durante la giornata e rispondere al bisogno di sicurezza delle persone, aumentato nel tempo della pandemia.
Un team catanese non vince a Palermo dal 2014, il desiderio è invertire il trend e riportare una start up etnea da prima classificata a livello regionale alla finalissima dell’Università Tor Vergata di Roma (30 novembre e 3 dicembre). Solo sei team sui nove che si sfideranno il prossimo 28 ottobre a Palermo potranno accedere alla “business plan competition” nazionale.
“Siamo contenti di aver tagliato il traguardo dell’ottavo anno consecutivo di organizzazione di Start Cup Catania, la business plan competition organizzata dall’Università di Catania – ha dichiarato Rosario Faraci, docente ordinario di Economia e Gestione delle imprese e delegato all’Incubatore di Ateneo, start-up e spin-off -. La continuità di azione non è per nulla scontata e già di per sé è un valore oggi; testimonia il forte impegno dell’ateneo nella terza missione e nel trasferimento tecnologico. Ogni anno si sfidano team imprenditoriali di nuova formazione provenienti dal mondo universitario (studenti, laureati e docenti) e, con la qualificata assistenza dell’Ordine dei commercialisti di Catania, nostri partner della iniziativa dal 2014, molti di loro approdano alla fase della costituzione della Start Up, contribuendo così ad alimentare l’ecosistema locale della innovazione a Catania e nel territorio”.
I risultati ottenuti al culmine di ogni finale provinciale arricchiscono il tessuto innovativo etneo. “Rimane ancora molto da fare per elevare il livello delle proposte imprenditoriali e radicarle di più nel tessuto imprenditoriale esistente e farle crescere sul versante della scalabilità del nuovo business – ammette il docente catanese -. Si tratta di un fatto culturale, cultura di impresa, che pian piano con la attività di terza missione dell’ateneo e il concorso di tanti altri attori dell’ecosistema Catania stiamo provando a migliorare”.
Twitter: @ChiaraBorzi