Professioni sanitarie a confronto sulle sfide della sanità a Scicli

Professioni sanitarie a confronto sulle sfide della sanità a Scicli

Press Service

Professioni sanitarie a confronto sulle sfide della sanità a Scicli

Redazione  |
giovedì 21 Marzo 2024

In un'epoca di transizione, i professionisti della sanità cercano soluzioni per garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti. Ecco i temi del convegno.

I lavoratori delle professioni sanitarie a confronto per garantire la migliore assistenza possibile e per indicare le piste di lavoro per nuovi assetti sanitari in Italia. In un’epoca di transizione, in cui muta l’organizzazione delle cure negli ospedali e nel territorio, le “professioni sanitarie” e, in special modo, gli infermieri assumono un ruolo importante.

Le nuove linee guida del sistema sanitario individuano nuovi metodi di cura e di accompagnamento: gli “ospedali di comunità” per le patologie meno gravi o croniche, gli “infermieri di comunità” cui spetta il compito di accompagnare il paziente, nella fase delle dimissioni ospedaliere, per creare un ponte con le cure somministrate dalla medicina territoriale e dai medici di famiglia.

Sono questi alcuni dei temi affrontati dalla conferenza internazionale “Strategie globali per un’assistenza sanitaria equa e resiliente. Sfide e prospettive future per le professioni sanitarie”, che si è svolta a Casa Imbastita, organizzata dall’Associazione Professione Salute, con la collaborazione di A.I.Stom Sicilia e il patrocinio del Comune di Scicli.

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Professioni sanitarie, il confronto in Sicilia

“La conferenza – ha detto il presidente della conferenza Gennaro Rocco – ha messo a confronto modelli organizzativi efficaci per migliorare la possibilità di accesso alle strutture sanitarie e quindi alle cure in modo celere ed efficace. Dobbiamo tenere conto di vari fattori: da quello socio-demografico (una società che invecchia rapidamente e la diminuzione del numero dei nati), da quelli della sostenibilità economica, fino a quelli organizzativi, in sinergia con i servizi socio-assistenziali e a quelli della ricerca, che tocca gli ambiti organizzativi, clinici e formativi”.

Una delle piste di lavoro riguarda la formazione dei professionisti del campo sanitario. “In Italia – spiega Rosaria Alvaro, ordinario di Scienze infermieristiche e Pro Rettore all’Università di Tor Vergata – oggi per esercitare la professione infermieristica, il nostro sistema formativo prevede un corso di laurea triennale.

Gli infermieri possono poi frequentare una laurea magistrale che a oggi non prevede degli indirizzi clinici, ma soprattutto lo sviluppo di competenze in ambito formativo, manageriale e organizzativo. Visto il cambiamento dei bisogni di salute che si è avuto negli ultimi anni e le attuali normative crediamo che sia necessario prevedere un indirizzo anche clinico per le lauree magistrali in particolare nell’area chirurgica, medica, area critica (emergenza/urgenza), psichiatrica e pediatria. Infatti, i cittadini sempre di più necessitano di prestazioni specialistiche che non possono essere effettuate esclusivamente in un contesto di ricovero, ma devono essere erogate anche e soprattutto sul territorio. Nella risposta ai nuovi bisogni di salute sempre più l’infermiere diventa il protagonista principale se si vuole garantire l’efficienza e la sostenibilità del servizio sanitario nazionale”.

Il caso degli “stomizzati”

Un settore che richiede cure specifiche e professionali è quello degli “stomizzati”. A.I.Stom (associazione che raggruppa e rappresenta gli stomizzati in Italia) ha organizzato una delle sessioni della conferenza sulle professioni sanitarie. “In Italia ci sono 70.000 stomizzati, 6000 in Sicilia – spiega il presidente di A.I.Stom Sicilia, Raimondo Arena – l’applicazione di una stomia è dovuta a incidenti, patologie oncologiche o malattie infiammatorie intestinali. A.I.Stom nasce per tutelare diritti degli stomizzati.

Chiediamo equità di trattamento nelle cure tra Sicilia occidentale e Sicilia orientale e spesso diversificati all’interno della stessa Asp. Servono ambulatori territoriali con figure specialistiche e infermieri che abbiano competenze specifiche. La figura dello stomoterapista può accompagnare questi pazienti nella gestione del quotidiano e negli adempimenti di natura clinica”.

Sanità e approccio multidisciplinare

Per Pasquale Iozzo, presidente dell’Associazione Professione Salute, “promuovere un’assistenza multidisciplinare basata sul riconoscimento delle competenze specifiche delle diverse professioni sanitarie può migliorare il livello e l’appropriatezza delle cure e dell’assistenza. Favorire una cultura collaborativa tra i professionisti sanitari può portare a un migliore coordinamento delle cure e a una maggiore efficienza nei processi di assistenza ai pazienti. Le diverse competenze e prospettive, se integrate, possono offrire un approccio più completo alla cura dei pazienti. Dal punto di vista economico e di carriera, promuovere una visione integrata delle professioni sanitarie potrebbe anche creare opportunità di sviluppo professionale e avanzamento di carriera per i singoli professionisti. Questo potrebbe includere programmi di formazione continua, riconoscimento delle competenze acquisite e possibilità di specializzazione in aree specifiche di interesse”.

Il convegno sulle professioni sanitarie ha permesso di mettere a confronto varie esperienze, anche internazionali, con apporti provenienti da Canada, Stati Uniti e Albania. “Abbiamo suggerito alla politica – conclude Rocco – degli elementi di valutazione e degli strumenti che – se adottati – potrebbero migliorare la qualità delle cure e dell’assistenza ai cittadini e l’efficienza dei servizi sanitari. Questo lavoro continuerà, con appuntamenti annuali su questi temi, magari sempre a Scicli. Vorremmo favorire il confronto per dare nuove prospettive alla sanità”.

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