Professioni, test di proporzionalità, arriva il disco verde dal Governo - QdS

Professioni, test di proporzionalità, arriva il disco verde dal Governo

Michele Giuliano

Professioni, test di proporzionalità, arriva il disco verde dal Governo

giovedì 22 Ottobre 2020

L'ok al dlgs in attuazione della direttiva (UE) 2018/958 è arrivato dal Consiglio dei ministri. Si misurerà il grado di regolamentazione delle professioni intellettuali ordinistiche

PALERMO – Diventa realtà il decreto legislativo di attuazione della direttiva Ue 2018/958 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un test della proporzionalità prima dell’adozione di una nuova regolamentazione delle professioni.

Una direttiva mira a garantire il corretto funzionamento del mercato interno ed evitare restrizioni sproporzionate all’accesso alle professioni regolamentate o al loro esercizio. In particolare, si disciplinano in modo più omogeneo e chiaro le valutazioni di proporzionalità che gli Stati membri devono effettuare prima dell’introduzione di nuove regolamentazioni delle professioni, o per la modifica di regolamentazioni esistenti, e si prevede che tali valutazioni siano svolte da un organo indipendente, al fine di salvaguardarne l’effettività e l’imparzialità.

Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok partendo dalla proposta del ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola, del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e del ministro della Salute Roberto Speranza. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e dalle competenti Commissioni parlamentari.

In premessa va detto che la direttiva 2018/985 impone agli Stati membri di valutare preliminarmente la proporzionalità delle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative che limitino l’accesso alle professioni regolamentate o il loro esercizio. Tale “test di proporzionalità” dovrebbe essere posto in essere sia per nuove norme in via di introduzione, sia per modifiche della normativa esistente; la sua portata è “proporzionata alla natura, al contenuto e all’impatto della disposizione”.

Le disposizioni approvate sono accompagnate da una spiegazione dettagliata che consentirà di valutare il rispetto del principio di proporzionalità; l’eventuale esito positivo del test è motivato ricorrendo a “elementi qualitativi e, ove possibile e pertinente, quantitativi”.

Tali motivazioni devono essere comunicate alla Commissione europea, registrate nella banca dati delle professioni regolamentate e messe a disposizione del pubblico assieme alle disposizioni a cui si riferiscono.

La banca dati delle professioni regolamentate è stata istituita ai sensi dell’articolo 59 della direttiva 2005/36/Ce e contiene l’elenco delle professioni regolamentate degli Stati membri, specificando le attività che rientrano in ogni professione.

La finalità perseguita è garantire il corretto funzionamento del mercato interno e semplificare l’accesso alle professioni garantendo, al tempo stesso, la protezione dei consumatori. Non viene peraltro pregiudicata “la competenza, in assenza di armonizzazione, e il margine di discrezionalità degli Stati membri nel decidere se e come regolamentare una professione entro i limiti dei principi di non discriminazione e proporzionalità”.

Non discriminazione, proporzionalità, motivi di interesse generale: questo quanto disciplina in particolare l’articolo 4. Riproducendo il contenuto degli articoli 5, 6 e 7 della direttiva, chiarisce più in dettaglio in quale modo, nell’adozione di nuove disposizioni legislative, regolamentari o amministrative o nella modifica di quelle già esistenti, si debba dare applicazione ai principi di non discriminazione e di proporzionalità, che l’articolo 1 della medesima direttiva pone come limite alla discrezionalità degli Stati membri nella regolamentazione delle professioni.

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