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Profondo rosso

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Profondo rosso

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martedì 06 Aprile 2021

Dario Argento con questo colore ci fece il suo capolavoro, oggi Palermo si risveglia rossa per una settimana, forse, o forse no.

La sensazione diffusa è di totale incertezza sui dati, che dovrebbero essere scientifici, se fossero validati dal comitato tecnico che però sembra scomparso dopo l’inchiesta giudiziaria.

Come per gli idraulici non c’è mai un tecnico quando ti serve, soprattutto in tempi di crisi di popolarità. Si rincorrono voci di ambulanze in attesa presso i siti ospedalieri, terapie intensive sature, malati trasportati fuori città. Ma i nuovi posti covid promessi ed appaltati? Nessuna notizia.

Ed i vaccini? Se ne parla di più per i furbetti che si infilano nel caos amministrativo o per le morti di trombosi, caso strano sempre in Sicilia, che per i numeri che ci dovrebbero immunizzare.

Il calo dei fedeli non viene rinvigorito dalle ostie Moderna o Pfizer. Anche le parrocchie fanno flop. Per astera ad Astra dicevano gli antichi.

Mentre a Montecitorio le partite Iva della ristorazione
protestano, a Palermo cala una cappa di angoscia su un terziario che muore
senza nemmeno un funerale decente. Palermo viveva alla giornata, fondandosi su
un substrato sociale a basso reddito, rispetto alla media italiana. Un anno di
mezze aperture ha portato una buona fetta della popolazione al collasso
economico. Da oggi Palermo è in profondo rosso.

Dalle cronache giudiziarie, più che allo Stato, i
commercianti si rivolgono ancora alla mafia per le risposte sociali. La
politica sembra inebetita senza capacità di risposta e di intervento, dedita
solo ad uno stucchevole, se non fosse tragico, rimpallo delle competenze e
scaricabarile.

Chiudi tu le scuole! No chiudi tu i negozi e i parrucchieri!
Uscite di casa solo con il cane! E solo intorno al palazzo!

Tu chi sei, dove vai, un fiorino di ammenda!

È questa la politica, l’amministrazione del bene comune? Un
anno fa potevamo essere impreparati ma ora, dopo tutti questi mesi, dopo tutti
sti miliardi sparati alla luna, ma mai percepiti dalle persone, dopo tante
chiacchere e distintivo nei talk show, dopo ‘a breve riapriamo i cinema’, dopo
due governi con Speranza, siamo ancora nel rosso più profondo?

Questo non è il rosso dei Dpcm, è il rosso del sangue al
cervello, dei neuroni che scappano da una vuota scatola cranica, della
disperazione del futuro rinchiuso in un destino cinico e baro. È il rosso della
vergogna della nostra incapacità, del fallimento delle istituzioni umane contro
la basicità della natura.

Palermo, il capoluogo della Sicilia è rossa, ma alcuni non hanno rossore.

Gatto Silvestro

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