Dal turismo responsabile all’agricoltura sociale, dalla democrazia partecipata alla rigenerazione educativa del territorio, queste sono solo alcune delle tematiche sviluppate dai 13 progetti selezionati dal programma Onda di Fondazione Marea, comunità di cooperazione sociale inserita nell’Associazione Italiana Fondazioni ed Enti Filantropici. Progetti, questi, presentati lo scorso 19 dicembre a Palermo all’Ecomuseo Mare Memoria Viva e pronti al debutto.
Il programma Onda di pre-incubazione per l’innovazione sociale conclude così il suo primo anno di attività che in uno step iniziale ha visto selezionati i finalisti dalle 170 candidature, e successivamente ha contribuito a realizzare i bootcamp, sottoponendo le 13 squadre a tre mesi di formazione in un percorso di evoluzione da semplici idee a imprese sociali.
I 13 progetti finalisti del programma Onda di Fondazione Marea
I 13 progetti godono del sostegno di fondi e competenze di una rete di 500 siciliani sparsi in tutto il mondo, esperti e mentor nei campi più disparati. Avvocati, commercialisti, comunicatori, docenti universitari, imprenditori e manager, sono i pionieri che hanno deciso di unirsi al network di Fondazione Marea, credendo fermamente nello sviluppo del Sud attraverso l’aggregazione: 500 professionisti da tutta Italia e dall’Europa, ma anche da Hong Kong, San Francisco, Fukuoka, Melbourne, Addis Abeba, Dubai, Los Angeles, Sacramento e Montreal, pronti a mettersi al servizio della loro Sicilia che è per alcuni terra di partenza, per altri terra di ritorno, per altri ancora terra di adozione.
“Trasformare la diaspora siciliana in comunità”
“Noi siciliani siamo un popolo di migranti – racconta Antonio Perdichizzi, presidente di Fondazione Marea – ma oggi questa condizione diventa la nostra ricchezza. Il nostro intento è trasformare la diaspora siciliana in comunità, aggregando risorse filantropiche e volontariato di competenze per creare opportunità in Sicilia“.
A presentare l’incontro dello scorso 19 dicembre è la ricercatrice e attivista Elena Militello, fondatrice di South Working. Ad aprire è Cristina Alga, presidente dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva: “Qui abbiamo sostituito la parola ‘alleanza’ con la parola ‘interconnessione’, ispirandoci ai grandi insegnamenti della biologa marina Rachel Carson, la quale, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, osservava i microrganismi e scriveva il famoso libro La vita che brilla sulla riva del mare. Lavoriamo sull’intersezione, appunto, delle pratiche artistiche con le pratiche sociali e con quelle educative, ispirandoci ancora una volta alla biologa marina statunitense e al suo modo di intendere la ricerca che è insieme scientifica, politica e poetica. Sono tre concetti per noi inscindibili che condividiamo con Fondazione Marea”.
Prosegue poi l’intervento di Ilaria Pais, responsabile del percorso di preincubazione dei 13 progetti del programma Onda 2025: “Tutti i partecipanti sono mossi da una motivazione, da un’ambizione e grazie a esse hanno sviluppato delle idee progettuali che oggi è il momento di testare, di provare a sperimentare e di farlo in maniera collettiva con un approccio collaborativo. Le donazioni per fare questi primi passi si spera inizieranno ad innescare dei meccanismi di attivazione di risorse territoriali”.
A moderare i pitch dei 13 progetti selezionati è Leonardo Daniele di Isola Catania, uno dei sette tutor che ha seguito i progetti che avranno – a partire dal 2026 – l’opportunità di ulteriori 3 anni di crescita supportati dallo staff Marea e dalla mentorship dei pionieri per un supporto verticale. Alle migliori tre imprese spetterà poi un grant di 10mila euro, nonché ulteriori risorse in recoverable grant.
I progetti selezionati
I 13 progetti sono i seguenti: Agorà Hub di Palermo, dedicato alla democrazia partecipata, un processo che permette cioè ai cittadini di prendere parte attivamente alle decisioni pubbliche e avere voce nelle scelte che li riguardano; Orto di Pino, sito nella riserva naturale del Pino d’Aleppo a Vittoria (RG), che intreccia agricoltura sociale con percorsi di inclusione per persone con disabilità intellettiva; Maqaluba con sede a Delia (CL), dedicato alla rigenerazione rurale; AbiXama Rural Hub con sede a Buscemi, un piccolo borgo sui monti iblei, un’area interna siciliana che vuole divenire “laboratorio di futuro” attraverso la valorizzazione culturale e territoriale, usufruendo dei format di slow wedding e di turismo lento; Zagara di Catania, una piattaforma di formazione e consulenza per gender gap, nonché di formazione civica che unisce il digitale con il territorio; Fuori Centro di Palermo, un progetto di rigenerazione urbana con l’obiettivo di riequilibrare la percezione che le comunità locali e gli esploratori urbani hanno dei quartieri cittadini decentrati; Unna, dedicato al turismo lento con una speciale piattaforma digitale per consulenza e supporto ai turisti riguardo le realtà del territorio e con contatto diretto tra viaggiatore ed host; Inclusiva di Regalbuto, cooperativa sociale per l’accessibilità digitale ai diversamente abili; La Casa delle Lavoratrici, nata in seno alla Comunità di Vita di Angela Rizzo, a Caltanissetta, fondata per costruire accoglienza abitativa e opportunità concrete per famiglie vulnerabili; Scuola Dinamica di Custonaci (TP), con l’obiettivo di sviluppare una scuola ibrida sia tradizionale che parentale per la rigenerazione educativa del territorio; Nexo Sicilia di Agrigento, un hub multifunzionale che aiuta i giovani che aderiscono all’Erasmus+ a trovare soggiorno nell’isola o stage presso aziende limitrofe; IN+ Inclusive Openspace di Palermo, una cooperativa sociale dedicata alle persone con disabilità al fine di inclusione nel mondo del lavoro; e infine Spora sui Peloritani che intreccia ambiente, turismo lento, comunità e nuove economie, dimostrando che anche la montagna siciliana può essere terreno di innovazione.
Iniziative, queste, che coinvolgono e coinvolgeranno comunità locali, amministrazioni, associazioni, giovani e famiglie con l’obiettivo di creare un impatto concreto sul territorio.
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