CATANIA – Un progetto nazionale delle Acli dal titolo “Riscoprire la Pace: l’umanità e il dialogo come risorsa”, un percorso di incontri in oltre cento città in Italia e all’estero per costruire concretamente la cultura della pace a partire dalle nuove generazioni. L’iniziativa ha fatto tappa anche nel capoluogo etneo, presso la sede provinciale Acli, con un incontro organizzato dai Giovani delle Acli catanesi. L’incontro ha avuto inizio con i saluti di Agata Aiello, presidente Acli Sicilia, e Ignazio Maugeri, presidente provinciale Acli Catania.
Il panel dei giovani relatori è stato introdotto da Padre Narciso, guida spirituale delle Acli Catania. I relatori Natascia Arcifa (presidenza Acli Catania, presidente Ohfe), Giuseppe Trovato (vice coordinatore Ga Catania, associazione Nike), Valeria Cantarella (presidente di un circolo Acli e vice presidente Generazione Ypsilon), Chiara Mirabelli (Servizio civile) hanno trattato il tema della pace da diverse prospettive.
“La pace – ha osservato Agata Aiello, presidente regionale Acli Sicilia – si costruisce educando alla pace, imparando a gestire i conflitti, abbattendo il muro dell’indifferenza e dell’individualismo. Dobbiamo essere profeti della non violenza e operatori e costruttori di pace ogni giorno, tutti i giorni, nel quotidiano”. “Reagire attraverso continue spinte verso la pace è nostra priorità – ha affermato Ignazio Maugeri, presidente provinciale Acli Catania – insieme alla transizione ambientale. Dobbiamo alimentare le scintille nei cuori dei nostri giovani all’insegna della fede cristiana in modo da preservare il futuro delle generazioni mondiali che verranno”. “La pace si può ottenere solo senza indifferenza. Ecco perché riteniamo che eventi come questi spingono la comunità a riflettere ed interrogarsi sulle ragioni dei diversi conflitti, non si può essere indifferenti davanti a devastazione, guerra, sofferenza e paura. E questo le Acli lo sanno bene” – il commento di Giuseppe Trovato.
“Il momento storico e geopolitico che stiamo vivendo – ha commentato Natascia Arcifa – richiede la necessità di parlare più spesso di pace. È nostro dovere comunicare l’importanza di stare dalla parte dell’umanità e della protezione dei diritti umani”. “La pace intesa come gestione costruttiva dei conflitti va sempre perseguita. In questo gli strumenti digitali – ha rilevato Valeria Cantarella – devono diventare veicolo di messaggi positivi, non di fake news o peggio ancora di odio e violenza senza controllo”.
