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Progetto di Israele? Il Mediterraneo

Progetto di Israele? Il Mediterraneo
Guerra Israele – Hamas, conflitto in Medio Oriente – da Imagoeconomica

Annettere la Striscia di Gaza

Man mano che passano le settimane e i mesi, emerge con grande chiarezza il vecchio obiettivo mai proclamato di Israele che è quello di ampliare la sua presenza sulle rive del Mediterraneo.
Com’è noto, il territorio assegnato dall’Occidente al neostato nel 1948, sotto la guida di Ben Gurion, era piuttosto piccolo, per cui man mano che la popolazione è cresciuta si è manifestata la necessità di espandersi, cosa che è avvenuta conquistando i deserti dell’Est e le colline del Golan.

Questi territori sono sempre stati contestati dai vecchi abitanti, ma l’Occidente non ha mai mosso un dito, con la conseguenza che l’occupazione è diventata definitiva. C’è da aggiungere che Israele ha reso fertili quei deserti, addirittura provocando le piogge direttamente dalle nubi: un processo innovativo ma controverso denominato inseminazione delle nuvole.
Dunque, a Israele rimane l’esigenza di avere nuovi territori e perciò da qualche decennio ha puntato gli occhi sulla Striscia di Gaza, rifiutando sempre la proposta dell’Occidente di “Due Popoli, due Stati”.

Hamas ha dato l’occasione a Israele di mettere in atto il suo piano con l’aggressione stupida (perché inutile) del 7 ottobre. Di fatto, ha dato un pretesto a Netanyahu per scatenare un’offensiva senza precedenti, radendo al suolo i fabbricati della Striscia di Gaza, uccidendo decine e decine di migliaia di persone, fra cui bambini, anziani e malati, e rendendo impossibile persino la vita minima a tutto il popolo palestinese.

Il continuo accanimento nel distruggere sistematicamente le restanti mura ancora in piedi, le vie di comunicazione, gli ospedali, le scuole, i luoghi di culto e ogni altro immobile ancora integro, sta facendo emergere il piano che noi abbiamo supposto e che vediamo concretizzarsi ogni giorno: estendere tutto il territorio di Israele sulla Striscia di Gaza, anche da un punto di vista amministrativo e politico, cioè annetterlo all’attuale territorio ebraico, e poi cominciare l’opera di ricostruzione.
Può sembrare una coincidenza, ma l’idea lanciata da Donald Trump di fare diventare la Striscia un’oasi turistica coincide con il suddetto piano di estensione di Israele.
Il non dimenticato Giulio Andreotti soleva dire: “A pensar male si fa peccato…”. Noi non vogliamo pensar male, ma i fatti che si sviluppano giorno dopo giorno ci dicono con chiarezza che Israele, dopo essersi esteso a Est e a Sud – come scritto prima – ora di fatto si è esteso a Ovest.

È vero che nel territorio palestinese rimarranno sacche di Hamas, cioè del gruppo terroristico che è stato una causa della distruzione sistematica del popolo palestinese, ma è anche vero che un piano di diversi decenni potrà portare a uno sviluppo economico della Repubblica israeliana, che così avrà nuovi sbocchi sul Mediterraneo, con una striscia di mare lunghissima e con un piano di ricostruzione nel quale è plausibile pensare a grossi investimenti occidentali, a cominciare da quelli statunitensi.
Sembra quasi strano che nessun quotidiano, nessuna televisione e nessun media sociale abbiano prospettato l’ipotesi che oggi noi elenchiamo e che ci sembra molto probabile. Il tempo ci dirà quale sia la verità.

È vero che l’esercito israeliano avanza continuamente, occupando di giorno in giorno parti della Striscia di Gaza, il che confermerebbe l’ipotesi prima prospettata, ma non si capisce perché l’aviazione, i missili e i droni stiano radendo al suolo tutte le costruzioni di quel territorio; ovvero si capisce nel senso prospettato prima e cioè radere al suolo per ricostruire e quindi per attirare investimenti, oltre che per sterminare il popolo palestinese.

Frattanto, l’opposizione interna a Israele diventa sempre più coriacea perché non comprende le ragioni di questa azione così feroce, ingiusta e sistematica che ha messo in piedi il governo presieduto da Netanyahu. A noi sembra strano che nessuno abbia preso in esame la prospettiva dell’allargamento del territorio verso Ovest.
In ogni caso riteniamo che fra non molto le truppe israeliane concluderanno l’operazione; è solo questione di tempo, il quale, con la sua maestà, ci mostrerà se l’ipotesi prospettata oggi sarà realizzata.