Il progetto vuole mettere in sicurezza i tracciati e sviluppare la rete sentieristica. I visitatori - anche non udenti - possono farsi già guidare da un'App per scoprire nuovi posti incantevoli.
Il Parco dell’Etna rilancia sull’escursionismo. E lo fa con una progettualità di interventi di ristrutturazione, manutenzione e messa in sicurezza dei sentieri, finanziata con poco più di 627 mila euro di fondi comunitari. Un importo da distribuire su lavori che interesseranno almeno 120 chilometri di tracciati per il trekking e la mountain bike: ovvero più di un terzo della complessiva lunghezza lineare, superiore a 340 chilometri, delle complessive 50 vie a fondo naturale che si snodano lungo tutti i versanti del vulcano più alto d’Europa con un alto livello di percorribilità e un grado di difficoltà classificato per lo più come medio-basso.
Il progetto “sentieri pedonali e ciclabili dell’Etna” è risultato il primo della graduatoria provvisoria tra quelli ammissibili a finanziamento da parte dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente, in base ai criteri selettivi previsti dall’asse 6, azione 6.6.1, del PO FESR SICILIA 2014-2020. Ovvero l’ambito che nell’ultimo settennato di programmazione europea ha assegnato alla Sicilia finanziamenti per un totale di oltre 15 milioni di euro da destinare a interventi di tutela e valorizzazione per avviare e consolidare processi di sviluppo all’interno di aree protette individuate come strategiche.
Si dovrà attendere la graduatoria definitiva per dare avvio ai lavori previsti sulla rete sentieristica già presente lungo le spalle del vulcano.
I dettagli del progetto
Più in dettaglio i lavori riguarderanno la manutenzione, la sistemazione e la messa in sicurezza dei tracciati mediante la segnatura degli stessi, l’apposizione di cartelloni a partire dai singoli comuni per indicare l’attacco dei sentieri, nonché il loro livellamento con l’utilizzo di pietrisco (laddove necessario) e la realizzazione di staccionate. Opere di semplice realizzazione che hanno risposto alla complessa serie di requisiti richiesti dall’assessorato al punto da ottenere il punteggio più alto tra le 11 operazioni valutate come ammissibili e finanziabili in base a questa specifica misura comunitaria.
“Ma conta ancora di più il fatto che si tratta del primo progetto di infrastrutturazione che considera nel loro insieme le vie destinate alla mobilità lenta sul vulcano.– dice Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna, in carica dal giugno dello scorso anno. Non è un risultato da poco se si considera che sull’Etna i sentieri ricadono all’interno di proprietà differenti: dal demanio forestale alle proprietà di Comuni, così come di privati. Questa progettualità è insomma la prima a unificarli e a consentire di sviluppare una organica rete sentieristica”.
I tragitti inclusi nel progetto – indicano all’ente Parco – sono almeno 25 e si sviluppano su metrature che variano da alcune decine di chilometri a poche centinaia di metri. Percorsi che rientrano nei territori di tutti i 20 comuni compresi nel territorio del Parco dell’Etna: una realtà popolata da circa 250 mila abitanti, in cui borghi dagli affascinanti centri storici si combinano a un contesto ambientale e agricolo unico.
Questo reticolo di camminamenti è peraltro visionabile attraverso la nuova APP Parco dell’Etna, attivata 5 mesi fa, anche in versione Lis per i non udenti. Uno strumento per ottenere informazioni sui sentieri, rifugi, punti naturalistici e panoramici attraverso i beacon, ossia i trasmettitori radio a bassa potenza che sfruttano la tecnologia Bluetooth per monitorare la presenza di smartphone fino a un raggio medio di 50 metri e dialogare con essi. Ad oggi il Parco dell’Etna ne ha installati in tutto 90.
Tra i progetti in corso di definizione al Parco dell’Etna c’è anche quello per un marchio di qualità. “In questa maniera – dice Caputo – intendiamo allinearci a tanti altri parchi italiani. Per quello dell’Etna il marchio punterà inizialmente alla valorizzazione del patrimonio agricolo del vulcano, a cominciare dal settore vitivinicolo e si estenderà a quello dei servizi”.
Antonio Schembri