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In memoria di Roberto Abate, il progetto di ricerca Ibiscus contro i tumori infantili

Marianna Strano
Marianna Strano

Donare è amare“. Una frase che per Roberto Abate, imprenditore e filantropo paternese, scomparso lo scorso anno all’età di 87 anni, è stato un vero e proprio motto di vita. Il suo cuore, la sua voglia di vivere e la sua sensibilità – che hanno contribuito a creare un’isola felice per chi lotta contro quel mostro chiamato tumore – sono stati al centro dell’evento in ricordo dell’imprenditore nella sede dell’associazione Ibiscus all’interno del Policlinico di Catania nella giornata di sabato 8 marzo 2025.

Hanno partecipato i figli – Laura, che ha vissuto il dramma della malattia in prima persona con l’esperienza del figlio, Marcello e Salvatore -, ma anche medici, amici, volontari dell’associazione Ibiscus e tanti giovani che rappresentano la speranza nella ricerca, l’amore per il prossimo e il coraggio di credere nel futuro.

Il progetto di ricerca Ibiscus per ricordare Roberto Abate

Commoventi le parole della figlia di Roberto Abate, Laura. Una donna, una madre che ha vissuto in prima persona il dramma della leucemia attraverso gli occhi del figlio, oggi guarito ed esempio vivente dell’importanza della ricerca.

Al padre, un uomo che – anche grazie al suo impegno con Ibiscus – è stato molto più di un semplice genitore e di un comune imprenditore, ha voluto dedicare un ringraziamento speciale con una lettera. “Papà, hai saputo darmi la forza per non abbattermi. Anche se non sei qui fisicamente, il tuo amore, il tuo sorriso e la tua voglia di vivere mi accompagnano sempre”, le parole di Laura. Gli applausi e la commozione visibile dei presenti è il segno di come la vita che Roberto Abate ha vissuto e raccontato in un libro – “Questa, la mia vita” – e quel progetto benefico creato a favore delle famiglie sconvolte dalla malattia, Ibiscus, sia rimasto nel cuore di tutti.

In memoria di Roberto Abate, il progetto di ricerca Ibiscus contro i tumori infantili
“Questa, la mia vita”, il libro di Roberto Abate

La famiglia Abate ha consegnato anche una borsa di studio per ricercatori al dottor Luca Lo Nigro del Policlinico di Catania, che nel suo intervento ha ricordato l’importanza della ricerca e dei progetti che Ibiscus sostiene assieme ad altri Enti a livello nazionale per scoprire i segreti dei tumori infantili per comprenderli e sconfiggerli, ma anche per dare ogni giorno una speranza nuova a chi affronta una sfida atroce.

L’associazione Ibiscus e l’impegno dei sostenitori

L’amore e la sensibilità di Roberto Abate hanno contribuito alla realizzazione della casa di cura Ibiscus, destinata a diventare una vera e propria famiglia – così l’ha definita la stessa Laura Abate – per coloro che convivono con le malattie onco-ematologiche e necessitano di “una struttura di appoggio che li possa agevolare” vicino al Policlinico. L’attività non si limita solo all’ospitalità, ma prevede anche un supporto umano, psicologico, concreto alle famiglie dei pazienti. E, infine, l’associazione supporta la ricerca, l’attività che i professionisti della sanità portano avanti in nome di chi ha vinto, di chi non ce l’ha fatta e di chi – come ha fatto Roberto Abate – crede nella possibilità di sconfiggere la malattia e ne fa una missione di vita con ogni mezzo a disposizione.