Prohibido Robar inutile monito - QdS

Prohibido Robar inutile monito

Carlo Alberto Tregua

Prohibido Robar inutile monito

martedì 14 Maggio 2019

Pa, servono controlli esterni

Qualche giorno fa, a Siviglia, in un negozio della ex Medina, ho visto un cartello “Prohibido Robar”. Immediatamente, mi è tornato in mente quel monito in seguito alle vicende di corruzione di questi giorni.
Ancora una volta, è stato confermato che l’organizzazione criminale si è prima infiltrata e poi consolidata in Lombardia e nelle altre regioni del Nord, per la semplice ragione che essa va dove c’è ricchezza, non dove c’è povertà, anche se quest’ultima viene utilizzata come mezzo per compiere le attività criminose.
Ancora una volta lode a Procure della Repubblica e Guardia di Finanza perché ogni giorno scoprono gli altarini funesti della corruzione. Tuttavia, la repressione, per quanto efficace, non può essere lo strumento determinante per spazzare via corrotti e corruttori, che continuano nella loro attività negativa, come se nulla fosse, sperando di cavarsela in ogni caso.
Infatti le situazioni penalmente rilevanti, che vengono a galla, sono certamente un campionario.


L’immagine degli iceberg è efficace per rappresentare questa situazione. Le indagini e le incriminazioni, con arresti, costituiscono la loro punta perché sotto il livello dell’acqua essa si espande verso una base immensamente più grande.
Mani pulite, nel ‘92, servì a ripulire la politica dalla corruzione, in quanto le indagini furono orientate quasi esclusivamente sui partiti che ricevevano finanziamenti illeciti, come candidamente ammise Bettino Craxi (1934-2000) in un famoso discorso tenuto alla Camera dei deputati.
Passata la festa, gabbato lo Santo. Tutto è ricominciato perché vi è stato un f orte ricambio del personale politico, con la conseguenza che chi accede all’ambiente, ove si gestiscono risorse enormi, è sempre tentato di acquisirne una seppur piccola parte per sé.
Dalle indagini di questi giorni, ma anche da tutte le precedenti di questi anni, emerge con chiarezza che, senza la complicità di dirigenti e funzionari pubblici, la corruzione non esisterebbe nella Pubblica amministrazione. è vero, corruttori sono imprenditori e professionisti, ma servono i dipendenti pubblici corrotti.

Prohibido Robar, in Italia è un monito inascoltato e quindi inutile. Qual è la causa? Qualcuno potrebbesostenere che vi è una questionemorale. È vero. Ma è noto che, senza adeguati strumenti di controllo, la tentazione dellamazzetta è più forte di qualunque remora, perché tutti sono assatanati di bisogni materiali, di cose da comprare, anche per mostrarle ai vicini: insomma, la gara a chi ha di più, non a chi è di più.
Occorrono, dunque, strumenti materiali per impedire l’estesa corruzione a tutti i livelli della Pubblica amministrazione, statale, regionale e locale. Quali? Per esempio, l’istituzione di commissioni disciplinari e di controllo, obbligatorie all’interno di ogni ente di qualunque livello, formate da soggetti esterni all’ente medesimo, possibilmente scegliendo componenti di altre Nazioni, con il compito ferreo di controllare sia l’efficienza degli Enti che, per conseguenza, di tutto il vasto sistema degli appalti.
Non sembri una chimera quanto scriviamo: è realtà in altri Paesi.


Qualcuno sosterrà che esiste l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), presieduta dall’ottimo Raffaele Cantone (venuto al nostro Forum pubblicato il 21 aprile 2015), e che nei Comuni il segretario comunale è nominato anche funzionario anticorruzione. È noto anche che, nella Regione Lombardia, esiste un’Autorità anticorruzione. Ma i fatti dimostrano che questi soggetti, singoli o collettivi, non raggiungono lo scopo: forse
scalfiscono appena il sistema. Oltre alle Commissioni suindicate, serve il completamento della digitalizzazione di tutta la Pubblica amministrazione di ogni livello, in modo che ogni provvedimento, di qualunque natura, sia tracciato e quindi soggetto a controlli.
Ancora, lo Stato dovrebbe creare un’unità centrale, all’interno dell’Anac,
la quale avrebbe il compito di incrociare, continuamente e non saltuariamente, i dati degli appalti, statali, regionali e locali che vengono
concessi giorno per giorno. Il controllo dei certificati antimafia non è
più sufficiente. Occorre rendere efficiente e capillare il sistema dei controlli.

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