Milano, 1 ott. (askanews) – In 15 anni il Prosecco è passato da zero a oltre 500 milioni di dollari di valore sul mercato statunitense, diventando la bollicina più venduta d’America e superando anche lo Champagne nei consumi a valore. Il dato emerge dal focus dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly diffuso alla vigilia di Vinitaly.USA in programma a Chicago il 5 e 6 ottobre.
Oggi il Prosecco rappresenta il 31% dei consumi a valore dei vini italiani negli Usa e raggiunge il 27% dei millennials. Sei consumatori su dieci sono donne. È anche un prodotto simbolo della mixology, grazie alla sua presenza in cocktail e spritz, apprezzati in particolare dalle nuove generazioni. Dal 2009, anno della ridefinizione della piramide produttiva (Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Asolo Docg e Prosecco Doc), il valore della Denominazione è cresciuto costantemente, con un balzo del 178% negli ultimi sette anni, quattro volte il tasso medio del vino italiano negli States.
“Non si può dire che in questi anni non ci siano state difficoltà extra-settore, dal Covid alla riduzione dei consumi fino alla concorrenza di altre bevande. Ma il Prosecco ha dimostrato una straordinaria resilienza, rafforzandosi con una strategia coerente e con investimenti promozionali mirati”, ha dichiarato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere.
Secondo i dati, nel 2024 il Prosecco ha raggiunto un controvalore di 531 milioni di dollari negli Usa, con una crescita del 90% nei quattro anni successivi alla pandemia. Oggi vale al consumo 2,9 miliardi di dollari l’anno, con un prezzo medio di 18 dollari a bottiglia (0,75 l).
“Il Prosecco è diventato il vino italiano con la più alta awareness, pari al 40%, vicino allo Champagne (52%)”, ha spiegato Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio. “Ma dove ha già superato la bollicina francese è nella conversione all’acquisto: il 31% dei consumatori lo sceglie contro il 24% dello Champagne”.
I dati SipSource confermano il sorpasso anche al punto vendita: nei primi sette mesi del 2025 il Prosecco ha raggiunto il 30% del mercato americano delle bollicine, superando lo Champagne al 28%. L’area orientale degli Stati Uniti resta la più ricettiva, con oltre la metà dei consumi complessivi. Margini di crescita sono segnalati negli Stati dell’Ovest e dell’East North Central. Oggi il Prosecco vale l’87% delle vendite di spumanti italiani e il 25% del totale vino made in Italy esportato negli Usa.
Secondo Iwsr, la versatilità del prodotto e la sua capacità di intercettare i trend dei consumatori – in particolare ready to drink e cocktail – rafforzano il suo ruolo anche tra GenZ e target femminile. Una delle sfide per il futuro è l’ampliamento verso comunità etniche ancora poco coinvolte rispetto ad altre bevande competitor come hard seltzer e cocktail.
A Chicago, per Vinitaly.USA, sono attesi 250 espositori tra cantine e consorzi, per un fatturato aggregato di oltre 7,2 miliardi di euro. L’evento ospiterà anche il wine2wine Business Forum, i corsi della Vinitaly International Academy e sessioni di Vinitaly Tourism e SolExpo.

