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ProSpirits Report 2025: il futuro è analcolico, artigianale e digitale

ProSpirits Report 2025: il futuro è analcolico, artigianale e digitale

Studio disposto da ProWein fotografa cambiamenti mercato globale

Milano, 30 lug. (askanews) – L’industria globale degli spirits sta attraversando una trasformazione profonda, tra nuove abitudini di consumo, innovazione di prodotto e una crescente pressione competitiva. A fotografare questa fase di passaggio è il “ProSpirits Report 2025”, studio commissionato da ProWein e guidato dalla professoressa Simone Loose dell’Università di Geisenheim (Germania). Si tratta della prima edizione del report, che tornerà nel 2026, e si basa sui contributi di oltre 200 professionisti del settore provenienti da 45 Paesi, sia produttori (brand e distillerie) che operatori del commercio (distributori, grossisti e rivenditori).

Nonostante le difficoltà macroeconomiche, il clima nel settore appare più fiducioso rispetto agli anni precedenti. La maggior parte degli operatori valuta positivamente la situazione attuale, con una percezione leggermente più favorevole tra i distributori. Quasi la metà degli intervistati prevede un miglioramento del quadro economico entro il 2025. Secondo il report, due sono i motori principali della crescita: innovazione e posizionamento premium. Le imprese che sapranno adattarsi, differenziare le offerte e comunicare in modo efficace avranno maggiori possibilità di intercettare la domanda. In particolare, viene indicata come strategica l’espansione nei mercati emergenti e lo sviluppo di nuovi canali di vendita.

Il segmento degli spirits a basso o nullo contenuto alcolico è indicato come una delle principali aree di crescita. Gli operatori del commercio individuano il potenziale maggiore nel rum (62%), nel whiskey (54%) e negli spirits analcolici (53%). I produttori segnalano invece priorità nei low-alcohol (55%), nei prodotti ready-to-drink (53%) e negli spirits analcolici (47%). Gli esperti stimano che entro il 2030 gli spirits analcolici potranno rappresentare fino al 10% del mercato in volume e l’8% in valore, nonostante la definizione legale della categoria richieda ancora la presenza di alcol.

Il report rileva anche l’importanza crescente dell’identità territoriale e dei metodi di produzione distintivi. Il 61% degli intervistati segnala una domanda in crescita per tecniche originali, mentre il 59% mette l’accento sul valore della provenienza. La domanda di autenticità si traduce anche in un maggiore interesse per i prodotti artigianali (50%), la mixology (48%) e le soluzioni pronte al consumo (RTD, 40%). Sono invece considerate meno incisive tendenze come gli spirits senza additivi, il monodose e le bevande infuse con cannabis.

Un altro asse centrale di sviluppo è rappresentato dalla digitalizzazione, considerata ormai indispensabile per l’intero comparto. Il 70% degli operatori riconosce la necessità di rafforzare le capacità digitali, in particolare nel marketing. Il 64% ritiene che abilità digitali solide siano fondamentali per il successo futuro. Restano alcune riserve sull’adozione dell’IA nella gestione della relazione con il cliente, ma la professoressa Loose ha indicato che si tratta di tecnologie già operative in altri settori, con risultati concreti.

Secondo la ricerca, le piattaforme online vengono considerate particolarmente efficaci per la vendita di spirits mainstream, mentre per i prodotti premium rimangono centrali i canali tradizionali, come il retail specializzato e il canale horeca. Tuttavia, anche per i premium, cresce il ruolo della vendita diretta digitale, che consente un rapporto più personale con il consumatore.

Sul fronte dei mercati internazionali, l’export si conferma una priorità per l’81% dei produttori. Le imprese di maggiore dimensione e con strutture già internazionalizzate si dichiarano più pronte a gestire reti distributive complesse e regolamentazioni diverse. Le realtà più piccole, invece, evidenziano difficoltà maggiori ma anche margini di crescita se supportate da dati e strategie adeguate.

I Paesi più attrattivi sono Stati Uniti (58%), Germania (49%) e Regno Unito (36%), ma crescono anche le aspettative su Asia e India, con Cina e Giappone entrambe al 35% e India al 31%. Seguono Hong Kong (26%), Singapore e Corea del Sud (25%). In crescita anche l’interesse per l’Africa, indicata dal 33% degli operatori come area strategica per i prossimi anni. Tuttavia, il report avverte che le tensioni commerciali globali e l’eventuale aumento dei dazi potranno rendere necessario un approccio più flessibile e informato all’export.

Il “ProSpirits Report 2025” si chiude con un messaggio chiaro: per affrontare il futuro del comparto spirits servono dati affidabili, collaborazione tra gli attori della filiera e spirito imprenditoriale. Solo così sarà possibile intercettare i cambiamenti in corso e valorizzare le opportunità offerte da un mercato in rapida evoluzione.