Domani torneranno in piazza a Palermo per rivendicare i loro diritti e aiuti per la crisi dovuta al Coronavirus ma l'assessore, che li ascolterà, dice di aver già fatto molto per loro.
Torneranno in piazza a Palermo domani, mercoledì 24 febbraio, per chiedere alla giunta regionale un aiuto per superare la crisi dovuta alla pandemia, i conducenti di NCC, taxi e bus, raccolti in sei associazioni di categoria. Gli operatori del settore denunciano – si legge in una nota degli operatori – la “mancata attenzione verso un comparto completamente collassato dalla pandemia e dai mancati aiuti economici, le gravi disattenzioni da parte del Governo Regionale”.
A causa dell’emergenza Covid-19, infatti, gli operatori del settore sono oramai fermi da più di un anno. «La nostra categoria è stata la prima a fermarsi e sarà l’ultima a ripartire», racconta Carmelo Galati imprenditore di noleggio con conducente di bus turistici e referente di I.T.A.(Imprenditori Turistici Associati). «Stiamo fallendo. E i nostri mezzi – aggiunge – si stanno danneggiando fermi negli autoparchi. Sono fermi da fine ottobre 2019 perché la nostra attività doveva ricominciare a marzo 2020 e per la pandemia questo non è accaduto».
Tra i punti caldi della contestazione, il mancato inserimento di un contributo per la categoria NCC
bus ed autovetture nella finanziaria 2021/2023. «Da tempo – dichiara Galati –
ci sono stati promessi interventi tempestivi, quali la proroga della Cassa
Integrazione, contributi a fondo perduto, per non parlare del credito d’imposta
al 110% per gli utenti utilizzatori di NCC e taxi, e la sospensione di leasing
e mutui. In realtà, nessuno di essi è stata ad oggi attuato, se non in minima
parte».
«Abbiamo fatto un bando e abbiamo dato agli NCC un contributo, come assessorato alle infrastrutture e come governo Musumeci, di gran lunga superiore ai ristori del Bonus Sicilia. Quelli che erano in regola con il DURC (Documento unico di regolarità contributiva, ndr), circa 700 operatori su 1100-1200 totali, hanno percepito contributi per 1650 euro per mezzo. Ci sono stati degli operatori che hanno preso fino a 40 mila euro», replica l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, che conferma la disponibilità del suo assessorato e del governo Musumeci all’ascolto e all’incontro.
«Siamo disperati, non ce la facciamo più», continua ancora Galati. «Il 14 gennaio scorso – aggiunge – a Roma abbiamo manifestato e abbiamo avuto un incontro con il ministro dei trasporti e avremmo dovuto incontrare Franceschini, in quanto ministro del turismo, ma poi è caduto il Governo e non è stato possibile. Ora bisogna cominciare un’altra volta da capo. Sono anche disposto a tornare di nuovo in piazza e fare lo sciopero della fame pur essendo diabetico».
Valentina Ersilia Matrascia