Prove tecniche di sviluppo per la Cna trapanese - QdS

Prove tecniche di sviluppo per la Cna trapanese

Vito Manca

Prove tecniche di sviluppo per la Cna trapanese

venerdì 29 Settembre 2023

Il segretario Cicala spiega quali sono le priorità: una cabina di regia per rilanciare lo sviluppo del territorio puntando su tecnologie innovative, digitalizzazione e nuove specializzazioni

TRAPANI – “Dobbiamo muoverci, stare uniti e puntare al rilancio del nostro territorio”. La Cna trapanese accelera. E a spingere è il suo segretario provinciale, Francesco Cicala. “Dobbiamo muoverci – continua – perché la crisi è forte, l’inflazione picchia duro sulle famiglie e le imprese. Ma ci sono anche tante opportunità di sviluppo che solo se restiamo uniti riusciremo a cogliere. Una strategia condivisa consentirà al nostro territorio di diventare competitivo, diversamente, ce la faranno soltanto quelli che ce l’avrebbero fatta lo stesso”. Cicala lancia così l’operazione Trapani. La sua Associazione è pronta a mettersi in discussione.

“Siete stati convocati, – prosegue Cicala – assieme alle altre associazioni di categoria e ai sindacati, da Sicindustria Trapani. Il suo presidente Vito Pellegrino vi ha chiesto di condividere un progetto di crescita e soprattutto d’immagine. E noi abbiamo risposto presente. Così come abbiamo detto subito sì alla proposta d’istituire una cabina di regia per lo sviluppo del nostro territorio. La considero una grande occasione per indirizzare la classe dirigente verso un obiettivo unitario. è facile dichiararsi unitari, più difficile esserlo realmente”.

“Sediamoci attorno ad un tavolo, – aggiunge il segretario – individuiamo le priorità da seguire e gli strumenti da utilizzare per concretizzarle. La nostra economia è fatta di aziende importanti che sanno stare sul mercato, aiutiamole a fare di più, ad essere ancora più efficienti. Ma servono anche nuove frontiere produttive. Ci sono tante start up che hanno scommesso sulle nuove tecnologie e sulla digitalizzazione e che con il nostro aiuto potrebbero superare più velocemente le difficoltà legate all’avvio”.
“Per dare una nuova immagine al nostro comparto produttivo – precisa Cicala – è poi necessario archiviare vecchi stereotipi. Ma per costruirla bisogna cambiare davvero e dimostrare di essere in grado di farlo”.

Belle parole, dichiarazioni d’intenti confortanti ma poi il mercato dice che domanda e offerta hanno più di una difficoltà ad incontrarsi. E se il mercato non funziona, il sistema, alla lunga, crolla.

“Le imprese investono per rendere le loro attività più competitive. Competitività che passa anche da nuove specializzazioni. Ecco il vero problema. Molte domande di assunzione rimangono al palo perché i potenziali candidati non hanno le competenze necessarie. Allora i protagonisti della svolta culturale diventano la scuola, l’alta formazione, l’università e le istituzioni pubbliche che devono comunicare con le imprese e progettare insieme, rispondendo ai nuovi fabbisogni formativi. Faccio l’esempio del nostro territorio: agroalimentare, turismo, nuove tecnologie, edilizia legata alla transizione ecologica e nuove politiche culturali hanno il dovere d’interfacciarsi, di costruire ponti tra le loro specificità”.

Ultima domanda. E gli enti locali? I Comuni?
“La maggior parte è senza bilanci e quindi in grandi difficoltà, ma non possono rimanere esclusi. Il loro coinvolgimento attivo è fondamentale. Forse è arrivato il momento di definire gli strumenti finanziari utilizzando nuovi parametri. Perché il rischio concreto è quello di ridurli ad essere solo sezioni autonome dell’Agenzia delle Entrate, venendo meno a quelli che sono gli originari compiti istituzionali di programmazione e sviluppo del territorio. Al momento però i conti non tornano e non quadrano”.

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