Il mondo agricolo siciliano è in allarme. Confagricoltura Sicilia, Copagri Sicilia e AGCI Sicilia hanno formalmente chiesto all’Assessorato regionale all’Agricoltura e ad AGEA di posticipare il termine del 30 agosto 2025 per la presentazione delle domande di saldo del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014–2022. Secondo le organizzazioni agricole, la scadenza ormai imminente rappresenta una trappola amministrativa che rischia di compromettere investimenti strategici, posti di lavoro e la fiducia nelle istituzioni.
Le difficoltà accumulate
I rappresentanti del settore agricolo fanno notare che le difficoltà non sono da attribuire alle imprese, ma scaturiscono da problemi esterni. Molte aziende hanno puntualmente completato gli investimenti richiesti e presentato la documentazione, ma le domande non risultano inserite negli elenchi di liquidazione. Inoltre, numerose varianti di progetto, anche formalmente approvate, non sono state concluse da parte della pubblica amministrazione, impedendo l’invio delle domande di saldo. A peggiorare il quadro, sono previsti fermi tecnici del portale SIAN nel momento più cruciale – nei giorni immediatamente precedenti la scadenza.
Ondate di calore e stato di emergenza
Al contesto burocratico si sommano difficoltà legate al clima: le temperature hanno superato i quaranta gradi, rallentando i lavori nei cantieri e le forniture. Molte imprese sono state costrette a sospendere o rallentare le attività, in un contesto già complicato dal protrarsi dello stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia.
Tempistiche incoerenti e principio di affidamento
Le associazioni denunciano anche l’incoerenza delle tempistiche: molti progetti finanziati tramite il bando 2016 (e diffusi successivamente) sono diventati operativi solo nel corso del 2024 o del primo semestre 2025. Il termine unico del 30 agosto non terrebbe conto della data effettiva di notifica del finanziamento, violando – secondo le associazioni – il principio del legittimo affidamento, su cui avevano fatto conto le aziende.
I rischi per le aziende e i territori
Le conseguenze di un mancato intervento sarebbero pesanti: centinaia di imprese potrebbero perdere i contributi già concessi, rischiando il fallimento e incapaci di onorare gli impegni con fornitori, banche e progettisti. Si tratta di investimenti per oltre 150 milioni di euro, tra fondi pubblici e privati, e di centinaia di posti di lavoro in bilico (tra 500 e 700). Inoltre, si profilerebbe un danno erariale per opere incompiute e un ulteriore indebolimento della fiducia degli agricoltori nelle istituzioni regionali e comunitarie, con il rischio di scoraggiamento nel partecipare al nuovo PSR 2023–2027.
La richiesta di proroga
Per evitare queste conseguenze, le associazioni chiedono di prorogare il termine al 31 ottobre 2025. Una data che consentirebbe alle imprese di completare i lavori, predisporre la rendicontazione e rispettare comunque il termine europeo del 31 dicembre 2025. Le associazioni definiscono la richiesta “non un rinvio immotivato, bensì un atto di responsabilità istituzionale, necessario per tutelare imprese, occupazione e credibilità”.
Le parole di Luigi Sunseri (M5S)
Alla voce delle associazioni agricole si è aggiunta quella del deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, che ha presentato una nota formale e un’interrogazione parlamentare indirizzate al presidente della Regione, all’assessore per l’Agricoltura, al dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e al presidente della commissione Attività produttive. “Domande saldo PSR Sicilia 2014–2022, troppe le criticità per le aziende agricole: le imprese non possono pagare per cause non dipendenti dalla loro volontà, si proroghi la scadenza del 30 agosto”, ha dichiarato Sunseri.
Il parlamentare sottolinea come i problemi legati alla disponibilità del portale SIAN, i ritardi amministrativi, le varianti progettuali ancora bloccate e i collaudi non completati non possano ricadere sulle spalle degli agricoltori. Per questo ha chiesto che le eventuali penalità previste non vengano applicate quando i ritardi sono dovuti a cause documentabili e indipendenti dai beneficiari.
“Il Governo regionale – ha aggiunto Sunseri – deve assumersi la responsabilità di garantire che tutti i fondi vengano spesi entro il 31 dicembre 2025, come richiesto dalla normativa europea, ma senza scaricare le inefficienze sugli agricoltori. È il momento di intervenire con una proroga immediata e con un rafforzamento degli uffici, se si vuole davvero evitare la perdita di risorse fondamentali per la nostra agricoltura”.
Nella sua interrogazione, il deputato chiede inoltre se il Governo regionale intenda avviare un piano di lavoro straordinario per gli uffici competenti, incrementare il personale dedicato all’istruttoria delle pratiche e comunicare ufficialmente ai beneficiari le eventuali nuove scadenze, rassicurandoli sul fatto che non verranno applicate penalità per ritardi non imputabili alla loro volontà.
Una decisione politica attesa
La palla passa ora all’amministrazione regionale, chiamata a decidere se ascoltare il pressing congiunto del mondo agricolo e delle opposizioni politiche. La proroga, sottolineano associazioni e parlamentari, potrebbe essere l’unico strumento per salvaguardare il futuro del comparto agricolo siciliano e il destino di centinaia di aziende.

