Home » Pa: formare, produrre, merito per competere

Pa: formare, produrre, merito per competere

Pa: formare, produrre, merito per competere
burocrazia pubblica amministrazione

Riparare il motore dell’auto

Il nostro Paese oggi, contrariamente al passato, ha notevoli disponibilità di risorse da spendere in infrastrutture e simili per centinaia e centinaia di miliardi. Vi indichiamo quattro assi principali: il Piano operativo europeo 2021/2027 per quasi 100 miliardi; il Pnrr 2021/2026 per 194 miliardi, in cui 130 a fondo perduto e 64 come prestito da rimborsare; il Fondo di sviluppo e coesione 2021/2027 per circa 30 miliardi; le Zone economiche speciali (Zes). Inoltre, nel bilancio annuale dello Stato sono appostate decine di miliardi per investimenti.

Il quadro che abbiamo disegnato è quindi roseo sul piano della disponibilità finanziaria a tutti livelli (statale, regionale e locale). Vi è da aggiungere che la Banca europea per gli investimenti (Bei) ha notevoli risorse da erogare a chi ne faccia richiesta, a cominciare dai Comuni.
Allora qualcuno si chiederà: tenuto conto che la Cassa è ricca, perché la spesa è povera? Tentiamo di illustrarlo.

Non vi sembri un’inutile ripetizione: il cancro del nostro Paese è sempre lo stesso e si chiama Pubblica amministrazione, la quale funziona male, poco, è inefficiente e non rende come dovrebbe.
La metafora dell’auto che ha un motore funzionante con un cilindro in meno rende evidente la situazione del nostro Paese.

Il Parlamento approva le leggi e il Governo le rende esecutive, ma come? Non direttamente, bensì attraverso quella parte che concretamente deve attuare le sue indicazioni e cioè la Pubblica amministrazione. Quindi la metafora Pa uguale motore rende l’idea, perché è inutile che il Governo schiacci l’acceleratore se il motore non agisce come dovrebbe.
Un bravo autista si preoccuperebbe di farlo revisionare, in modo da renderlo efficiente e quindi trainare il veicolo soddisfacendo i bisogni di trasporto.

Pensate: c’è un ministero, quello della Pubblica amministrazione – che poi in pratica dovrebbe essere il meccanico che ripara il motore per farlo funzionare a quattro cilindri e non a tre come accade in atto – che nonostante abbia un bravo ministro al vertice, Paolo Zangrillo, non riesce a ottenere risultati apprezzabili, al netto degli sforzi compiuti in questa direzione.

È ormai opinione comune che se si potessero mandare in pensione 400 o 500 mila dirigenti, funzionari e dipendenti “inutili” e si potessero sostituire con 50 mila dirigenti, funzionari e dipendenti “qualificati”, la macchina dello Stato funzionerebbe molto meglio, con risultati eccellenti e un taglio significativo dei costi. Questo perché il personale qualificato aumenta fortemente la produttività.

Che significa “produttività”? Non lavorare di più, ma lavorare meglio per realizzare più cose nello stesso tempo. Ma per aumentare la produttività ci vogliono competenze e per acquisire competenze ci vuole la formazione, per cui nella Pubblica amministrazione dovrebbe essere presente la vera formazione continua a cui dovrebbero partecipare tutti, dipendenti e funzionari, in modo da acquisire competenze e con esse aumentare la produttività.

La quarta gamba da non trascurare è il merito, che consiste nel mettere passione, sudore e voglia di raggiungere i risultati.

Risultati. Ecco la parola magica, quella parola che è il metro che misura la qualità del lavoro. Solo i risultati dimostrano che vi sia merito in ciò che fanno i pubblici dipendenti. Ma possiamo dire che esiste questo merito? No, a giudicare dai risultati, per esempio della sanità, soprattutto quella meridionale. Ogni anno lo Stato investe 136 miliardi più qualche decina di miliardi delle Regioni a Statuto speciale, ma nonostante questo enorme stanziamento ci sono lamentele da Viterbo in giù, mentre al Nord la qualità del servizio sanitario è accettabile.

Lo stesso dicasi per la realizzazione delle infrastrutture. Ricordiamo che in otto anni, dal 1956 al 1964, il nostro Paese realizzò la più imponente opera pubblica dal dopoguerra a oggi e cioé l’autostrada del Sole, di oltre 750 chilometri, fatta oltretutto con dei mezzi che non sono gli attuali modernissimi.
Se si lavorasse come allora le opere pubbliche sorgerebbero come i funghi; invece sorgono asfittiche e con tempi infiniti.