PA in Sicilia, "Nuovi concorsi banditi, ma mancano competenze" - QdS

PA in Sicilia, “Nuovi concorsi banditi, ma mancano competenze”

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PA in Sicilia, “Nuovi concorsi banditi, ma mancano competenze”

Michele Giuliano  |
domenica 13 Marzo 2022

Nuovi concorsi per la PA anche in Sicilia, sopratutto per assumere dirigenti. Ma alla Regione mancano le competenze per lo sviluppo del territorio.

In Sicilia si bandiscono nuovi concorsi. Ma quanto costa la pubblica amministrazione siciliana? La spesa è stata analizzata dal segretario generale della Cisl funzione pubblica della Sicilia, Paolo Montera, che ha commentato a 360 gradi ogni aspetto, dai presunti sprechi alle necessità.

Dove si annida la distorsione nella pubblica amministrazione siciliana?

“Generalmente i numeri non mentono. Innanzitutto, è giusto premettere che la nostra federazione non si occupa delle forze dell’ordine, tranne che per il corpo forestale, i cui organici sono peraltro sottodimensionati. Pertanto, le nostre risposte sono riferite a quelle che riteniamo le reali necessità della pubblica amministrazione in senso stretto e di nostra pertinenza. Importante, inoltre, aver ben chiaro quali siano i termini di paragone e quali gli obiettivi della ricerca.

In tal senso, per esempio, se piuttosto che fare riferimento agli abitanti si guardasse alle competenze, gli stessi numeri si potrebbero leggere in maniera sensibilmente diversa. Per quanto riguarda la Regione Siciliana, infatti, in virtù della sua Autonomia e dello Statuto speciale, essa ha un pacchetto di competenze spesso esclusive e molto più ampio di quello della Lombardia, quindi la comparazione in termini soltanto di numeri può non bastare per avere un quadro preciso della situazione. Ciò che è certo e che possiamo toccare con mano quotidianamente è la carenza di organico di cui soffre la pubblica amministrazione regionale in Sicilia, anche a causa dello svuotamento degli uffici, soprattutto per ragioni anagrafiche e per via dell’allineamento al sistema pensionistico dello Stato, che in cinque anni ha determinato il pensionamento di ben 5.000 dipendenti”.

Il paradosso è che oggi moltissimi enti locali lamentano che non sono in grado di andare avanti perché mancano le figure tecniche. E allora ci chiediamo: tutto questo è frutto di logiche clientelari che hanno riempito nei decenni passati le pubbliche amministrazioni di impiegati che non sono preparati?


“È indubbio che ci sono stati anni in cui la politica ha usato la pubblica amministrazione come un bacino elettorale ma la questione qui è un’altra: il mondo si evolve e il lavoro pubblico deve fare altrettanto per restare al passo. Servono formazione e riqualificazione per il personale già in servizio ma soprattutto bisogna avviare il necessario ricambio generazionale. Si tratta di un tema a noi caro e su cui siamo molto attenti. E tra le cose più urgenti c’è sicuramente l’avvio della selezione dei 300 funzionari da impiegare in Regione e negli enti locali dell’Isola per la programmazione e la spesa dei fondi del Pnrr e di tutte le altre risorse nazionali ed europee che arriveranno. Non si comprende come mai non si sia ancora data applicazione a questa fondamentale norma approvata con l’ultima Finanziaria (l.r. 9/2021)”.

Si parla di concorsi per reclutare altri 1.200 impiegati a supporto dei Centri per l’impiego, eppure sappiamo che in Sicilia c’è il maggior numero di dipendenti di queste strutture rispetto che in tutte le altre regioni italiane. È evidente a detta sua anche qui una distorsione?


“Nessuna distorsione, i concorsi sono già stati banditi. Ma si tratta di una scelta nazionale: evidentemente lo Stato ha ritenuto che la Sicilia, che in materia di lavoro ha competenza esclusiva, tuttavia avesse bisogno di rinforzi nei Centri per l’impiego, realtà che, se messe nelle condizioni di lavorare al meglio, possono svolgere un ruolo fondamentale nella ripresa della regione. Piuttosto, servirebbero più ispettori del lavoro: la cui carenza è gravissima”.

Cosa serve, a suo giudizio, alle pubbliche amministrazioni siciliane per essere in grado di soddisfare le sfide del futuro, e parliamo di progettazione nel campo del Pnrr e soprattutto nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro?


“Ciò che sta avvenendo nel resto d’Italia! In sintesi: un piano straordinario di assunzioni per una seria rigenerazione amministrativa, personale con competenze adeguate a portare avanti il percorso di digitalizzazione, dirigenti. Soprattutto dirigenti.

Ben prima che si concluda la stagione del Pnrr le posizioni dirigenziali della Regione Siciliana si svuoteranno ancora di più e questo non è ammissibile in un periodo storico in cui serve gente competente e capace di assumersi la responsabilità di interi uffici e dipartimenti. Dobbiamo muoverci in questa direzione e, per questo, il primo passo da fare è sollecitare il Governo regionale a confrontarsi con quello di Roma per modificare l’Accordo Stato-Regione per il ripianamento del disavanzo e avviare il turnover, oggi praticamente bloccato”.

Michele Giuliano

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