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Pubblica amministrazione, vergogna italiana. Fondi Ue: speso 8%

Pubblica amministrazione, vergogna italiana. Fondi Ue: speso 8%
Pnrr – fondi europei – Imagoeconomica

6 miliardi su 75 disponibili

Ancora una volta dobbiamo denunziare la carenza delle istituzioni, cioè dei ministeri, e della Pubblica amministrazione, che è la struttura esecutiva e che dovrebbe attuare le disposizioni dei diversi ministri.
È notizia di questi giorni che su settantacinque miliardi di fondi europei disponibili, assegnati all’Italia, nel Piano operativo 2021-2027, in cinque anni è stato speso solo l’otto per cento.
È incomprensibile come un Paese che ha bisogno di opere, di ristrutturazioni, di infrastrutture di vario genere e di tante altre cose, non spenda i soldi che ha a disposizione nella cassaforte di Bruxelles.

La procedura è infatti nota: occorre fare i bandi, approvare i progetti, farli eseguire e realizzare, pagare le fatture, certificarle e mandarle a Bruxelles, che poi procede alla liquidazione.
Nell’iter descritto vi sono tanti passaggi burocratici, alcuni dei quali del tutto inutili, con la conseguenza che se essi fossero eliminati si potrebbero accorciare i percorsi, che così diventerebbero più veloci.

Vi è, dunque, una responsabilità oggettiva dei ministri e delle sottostanti amministrazioni, in capo alle quali vi sono direttori generali e dirigenti di livello più basso. Ma tutti costoro, non essendo stati assoggettati a progetti chiari e nitidi, con cronoprogrammi efficienti, vanno a lavorare per passare il tempo nei loro ambienti e non per raggiungere i fini, perché questi fini non sono elencati con chiarezza.
Dobbiamo subito precisare che fra i dirigenti pubblici dei vari livelli ve ne sono molti di grandissimo valore professionale ed etico, che fanno interamente il proprio dovere.

Tuttavia, se la macchina non è tutta funzionante non produce risultati. È come se in un’automobile non funzionassero i freni o non funzionasse il cambio o non funzionasse il motore: la macchina non camminerebbe regolarmente.
Bisogna convincersi che la Pubblica amministrazione è come un’automobile o un treno o una nave: o funziona tutta o non riesce a raggiungere gli obiettivi che dovrebbe raggiungere.
Il commento di oggi replica quello di tante altre volte, ma siamo costretti a ritornarci perché non vediamo un cambiamento nelle Pa dei diversi livelli.

La stessa carenza strutturale c’è per quanto concerne i Fondi di sviluppo e coesione e il Pnrr, che erano gestiti dal ministro Fitto e ora sono gestiti dal ministro Foti, anche se è quasi accertato che alla fine del 2026 trenta o quaranta miliardi, dei circa duecento assegnati all’Italia, non saranno spesi e certificati, ripetiamo, condizione necessaria per avere il rimborso dall’Unione europea.
Soprattutto, sono carenti nella spesa del Pnrr le Regioni e i Comuni, perché in questi enti il tasso di inefficienza delle amministrazioni è più elevato che in quello dello Stato. Dobbiamo aggiungere che molte risorse del Pnrr sono utilizzate dalle società controllate dallo Stato, che hanno tassi di efficienza nettamente maggiori delle pubbliche amministrazioni.

La situazione è grave, ma non seria, come sosteneva Ennio Flaiano, perché si rasenta il ridicolo quando una Nazione come la nostra, che ha bisogno di tutto e ha le somme a disposizione, non le spende, a causa di una Pa inefficiente.

L’argomento va corredato di un’altra osservazione e riguarda quell’enorme coacervo di leggi di vario livello, di decreti del Presidente della Repubblica, di decreti del presidente del Consiglio, di decreti interministeriali e così via elencando, che costituisce un’impalcatura così complicata da risultare spesso inestricabile.

Non solo, ma un’ulteriore considerazione va fatta rispetto a quell’altro coacervo enorme di leggi e norme di varia natura che si intersecano e si intrecciano complicando la capacità interpretativa sia degli amministratori che dei giudici.
Insomma, il Parlamento non riesce ad approvare leggi semplici, di facile lettura e comprensione per tutti e tutte, come obbliga la Costituzione.
C’è una ragione perché tutto questo si verifica? Sì, la voglia di fare in modo che lo Stato non funzioni, perché c’è chi pesca nel torbido.