Pur defunto ha influito - QdS

Pur defunto ha influito

Pur defunto ha influito

sabato 30 Settembre 2023

Pare che Roma sia la città che abbia avuto per prima un cimitero per non cattolici. Lo dimostra un atto del Sant’Ufficio, sotto Clementi XI, che nel 1671 autorizzò, nei pressi della piramide di Caio Cestio fuori le mura, l’utilizzo di un appezzamento di terreno per dare “ospitalità” a quanti – di norma stranieri e non cattolici – morivano durante i loro passaggi per la città eterna.

I lavori si conclusero nel 1716 quando un inglese che era al seguito del Re Inglese esule a Roma, Giacomo Stuart, venne inumato dentro quello che da quel momento venne denominato cimitero inglese, con la precisazione che colà potesse essere sepolto chiunque di religione non cattolica, come in un atto successivo del 1821 veniva precisato.

Si creò un nuovo luogo ove seppellire persone morte mentre visitavano la città e soprattutto artisti la più parte dei quali non cattolici. Denominato in varia maniera fu attorno al 1918 che prese il nome di “acattolico” che prevalse sull’altro più logico di “cimitero laico”. In atto vi sono sepolti più di 4000 defunti tra cui Andrea Camilleri, Gigi Proietti, il politico sardo Antonio Gramsci, Emilio Lussu ed ora il Presidente Emerito Giorgio Napolitano che pare scelse per tempo il luogo, che diverrà, data la notorietà del personaggio, meta di molti per onorarlo, ricordarlo e forse… far gossip.

Il luogo aveva un significato particolare nel suo inizio quando la Chiesa seppelliva i suoi fedeli nelle cripte delle stesse e comunque in luogo sacro, ma ha perduto il suo appeal con l’aumento delle cremazioni che comporta di avere – come in Giappone- le ceneri dell’estinto anche a casa propria. Ma per il presidente(a doppio mandato)non poteva che essere scelta obbligata nel momento in cui aveva deciso di essere sepolto a Roma e non nella sua Napoli. E si presume che la moglie Clio a suo tempo vorrà stare al suo fianco: come per una vita .

Sarà la presenza di Napolitano a dare nuova immagine al cimitero che l’Amministrazione Romana dovrebbe cambiar in “cimitero laico” inglobando così chiunque non cattolico: protestante, ebreo, mussulmano, e quant’altri, raddoppiando i tumuli, ed evitando l’affollamento del Verano, Muro Torto ed altri.

I funerali di Napolitano con la diffusione mediatica avuta hanno fatto “cultura”. Prima volta che un Papa regnante andasse a rendere omaggio alla salma di un ateo: si sofferma in silenzio, non dà la sua benedizione, ma soprattutto “non si segna” rinunziando, in quel momento, a ciò che è, di chi sia vicario e di chi Papa. Così come è apparsa singolare, pur nel suo grande interesse, la lettura del Cardinal Ravasi.

Non a torto si è osservato che nessuno rinunzia mostrare la propria fede: esprimere la quale non è offesa, ma partecipazione spirituale.
Napolitano è stato tante volte il primo nell’aprire nuove vie: politiche, sociali, comportamentali.
Da morto, sant’uomo, ha fatto si che in molti l’abbiano imitato.
Pace all’anima Sua.

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