Purim 2025, festa di speranza - QdS

Purim 2025, festa di speranza

Purim 2025, festa di speranza

giovedì 13 Marzo 2025

La Comunità Ebraica di Catania, domani 13 marzo, tornerà a ricordare il digiuno della regina Ester ed il giorno successivo celebrerà la ricorrenza di Purim

Anche quest’anno la Comunità Ebraica di Catania, domani 13 marzo, tornerà a ricordare il digiuno della regina Ester ed il giorno successivo celebrerà festosamente la ricorrenza di Purim, che evoca lo scampato pericolo del popolo ebraico capricciosamente esposto al rischio di essere sterminato. Le celebrazioni si svolgeranno in osservanza di quanto è prescritto nel Libro della Meghillat di Ester (9,28). Purim, in italiano “Festa delle sorti, deriva dalla parola ebraica “Pur” il cui significato è appunto sorte, intesa anche come mutevolezza dei destini. I fatti risalenti al V secolo a.C. sono narrati nel libro della Meghilà di Ester. Alla corte di Assuero, re di Persia (Serse I), viveva, tra i consiglieri più fidati, il perfido e potente ministro Amàn, il quale aveva deciso di sterminare tutti gli ebrei che vivevano nel regno, giacché costoro, a causa della loro religione, non gli tributavano gli onori che riceveva dai sudditi di religioni diverse.

La vanità di Amàn, aveva indurito il suo cuore sino al punto da non considerare le tante vite che avrebbe spento; il perfido, per la migliore riuscita del suo piano il malvagio, volle tirare a sorte la data della esecuzione del massacro. La giovane e bella regina Ester, che da poco tempo era salita al trono, non aveva ancora rivelato al re le sue origini ebraiche e, timorosa per questo, avendo casualmente scoperto l’insidia che si tramava in danno del suo popolo, era incerta sul da farsi. Spinta dalle sagge esortazioni dello zio Mardocheo, che faceva parte di quella ricca corte, dopo un digiuno nel quale la regina invocò l’aiuto dell’Eterno, rotto ogni indugio, rivelò al re le sue origini, informandolo di quanto stava per accadere. Assuero, colpito dalla minaccia dell’ingiustificata decimazione, che lo avrebbe privato immotivatamente di una cospicua parte dei suoi sudditi, revocò il decreto che prevedeva lo sterminio e decretò che il consigliere infedele venisse subito messo a morte.

La salvezza ottenuta fu motivo di grande gioia per tutti gli ebrei, che videro nel coraggio e nella intraprendenza di Ester e nella saggezza dell’anziano zio, la causa del ribaltamento di un destino infausto già segnato. Il racconto è caratterizzato, e si distingue da tanti altri, per l’insolita assenza, dalla scena dei fatti, di Dio che sembra non intervenire in favore del popolo eletto. La festa che da circa 2500 anni si celebra, sempre con grande entusiasmo, ed al cui racconto è dedicato uno dei libri della Bibbia, sia ebraica che cristiana, anche quest’anno sembra voler infondere coraggio, al cospetto di un poco trasparente panorama geopolitico, in cui due guerre, collegate tra loro come dei vasi comunicanti, sembrerebbero non lasciare spazio ad alcuna forma di umana speranza, nella loro giusta soluzione.

Giacché se per il conflitto Russo-Ucraino abbiamo assistito al crollo verticale del diritto internazionale e della diplomazia, ed il sopraggiungere infine della repentina uscita dallo scenario del conflitto di uno dei players internazionali, su cui l’Occidente riponeva maggiore speranza per l’affermazione delle ragioni del diritto, rispetto a quelle della forza, o per lo meno così era dato credere, sull’altro fronte del conflitto israelo-palestinese non si vedono chiare vie d’uscita verso soluzioni che possano garantire prospettive di una pace giusta, anche a causa di una ben orchestrata campagna di disinformazione, di respiro internazionale e la presenza di interessi trasversali molto possenti, a cui si aggiungono, in ultimo, strampalate soluzioni di definizione che non meritano neanche di essere ascoltate.

Le motivazioni di tanta perplessità, generate dai due conflitti, in fondo sono le medesime, giacché anche sul fronte mediorientale, vi sono parti che non tengono in alcuna considerazione le regole minime d’umanità e di diritto internazionale e che rendono, anche su questo fronte, al momento alquanto difficile, la speranza anche di un semplice progetto di pace giusta. L’incoraggiamento che al momento ci viene dalla celebrazione di Purim, può auspicarsi anche per le situazioni attuali, cioè di un fatto inatteso foriero di un radicale colpo di scena, che al momento è difficile pure ipotizzare. Ma la fantasia dell’uomo è limitata mentre non lo è quella dell’Eterno, pur tenendo distinte, doverosamente, le ragioni della terra da quelle del cielo.

Occorre comunque sperare e forse ricredersi radicalmente su tante cose che in passato sono apparse come certezze assolute, in attesa di qualcosa di imprevisto, che come la festa, che ha come protagonista la giovane e bella regina Ester, deve donarci la speranza di credere in importanti ed innovativi sovvertimenti della realtà che stanno sotto i nostri occhi e che forse noi non riusciamo a vedere.

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