Putin è un dittatore, Erdogan, invece, anche - QdS

Putin è un dittatore, Erdogan, invece, anche

Putin è un dittatore, Erdogan, invece, anche

giovedì 14 Luglio 2022

Gli ucraini diventano russi

Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, fino a prova contraria eletto democraticamente – anche se molti diritti civili sono di fatto abrogati – è considerato un dittatore. Ha firmato in questi giorni un decreto con cui consente in modo facilitato a tutti i cittadini ucraini dei territori occupati militarmente, di chiedere la cittadinanza russa.

Saremo curiosi di constatare, nel giro di qualche mese, quanti di essi utilizzeranno questa possibilità per acquisire la doppia nazionalità. Il parametro che verrà fuori ci dirà da che parte sta la popolazione e in quale misura vuole restare ucraina o vuole diventare partecipe della Federazione russa. Non siamo certi che i mezzi di comunicazione occidentali ci daranno questa informazione, che pertanto attingeremo direttamente dalle altre fonti, anche se possono essere considerate parziali.
Ricordiamo che le informazioni che passano sui media di ogni tipo debbono essere sempre confrontate con altre di diverse provenienze, in quanto dal bilanciamento delle fonti si riesce a capire la verità o una parte di essa.

Putin, dunque, viene considerato un dittatore. Recep Tayyip Erdogan viene considerato un dittatore. Com’è che i Governi occidentali mandano anatemi nei confronti del primo e trattano amichevolmente il secondo? Dire amichevolmente è poco, perché i Governi occidentali hanno fatto una concessione gravissima alla Turchia, e cioè quella di far restituire gli esuli curdi che si trovano in Svezia e Finlandia, i quali saranno mandati a morte quasi certamente.

Se l’apparato militare occidentale, inserito nell’OTAN deriva da Stati democratici, non si capisce come mai nella stessa Organizzazione sia stata accettata a suo tempo la Turchia, che non viene considerata uno Stato democratico.
Sono bizzarrie o strabismi che vengono utilizzati ad usum Delphini, a seconda del fabbisogno del momento o delle convenienze del caso. Ma non è questo un modo equo, obiettivo e corretto di comportarsi.

La guerra ucraina sta creando gravissimi problemi economici e sociali a tutta l’Europa, perché le ritorsioni della Federazione russa sono pesanti, anche se i ministri economici continuano a rassicurare le popolazioni che troveranno (chissà quando) fonti energetiche alternative entro un certo numero di anni.

Ma intanto, ci dobbiamo arrivare, cioè dobbiamo trascorrerli questi anni e altrettanti inverni o estati. Quindi, le rassicurazioni di maniera non offrono alcuna garanzia. Senza l’energia russa le fabbriche, soprattutto quelle più energivore, non possono continuare a lavorare. E nessuno ci assicura che, senza il gas russo, si potranno attivare gli impianti di riscaldamento nel prossimo inverno. Altro che abbassare di qualche grado la temperatura.

Insomma, si vive alla giornata, auspicando, augurando, immaginando e usando questi verbi che di concreto non hanno niente. Però la gente ha voglia di ferie, ha voglia di svagarsi e quindi mette da canto questi problemi comportandosi come la cicala. Ma quando arriverà il freddo la formica avrà caldo e cibo, mentre la prima gelerà.

In questo quadro, il prode Zelensky annuncia che un milione di soldati ucraini riconquisteranno il Donbass. Non si sa se con gli stuzzicadenti o con archi e frecce. O forse con armi che gli Usa forniscono in quantità per ingrassare i guadagni delle loro cinque principali industrie di armi che amano questa guerra produttrice di lauti profitti.

Cosìcché, il popolo degli Stati Uniti sta godendo di un periodo di benessere notevole, con una crescita del Pil superiore al 3% e una disoccupazione inferiore al 3%, contro quella italiana che è intorno al 9%.
Il Dollaro si è fortemente rivalutato, com’era ovvio, mentre l’Euro si è svalutato, per cui le due monete sono quasi alla pari, come accadeva all’inizio degli anni duemila.

Bisognerebbe approfittare di questa occasione per aumentare le esportazioni e limitare le importazioni dal Paese nordamericano, in modo da migliorare il bilanciamento dei conti in entrata e in uscita.

Però, i guai per il nostro Paese sono sempre in aumento, perché l’inflazione colpisce tutti i redditi fissi senza pietà, con riflessi su spesa e consumi. E non ci saranno aiuti bastevoli da parte del Governo, perché è come volere fermare con un argine di un metro un’onda alta cinque metri.

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