Requirez parla del suo nuovo libro, "Ignazio Florio - Il leone di Palermo" un libro dove al centro di tutto c'è il culto del bello, agiatezza, ma anche sfortuna
Nuova puntata di QdS Pausa Caffè, il nuovo formata di qds.it, il sito internet del Quotidiano di Sicilia. Ospite odierno il dottor Salvatore Requirez, direttore sanitario dell’ospedale “Arnas” Civico di Palermo e anche affermato scrittore.
Requirez parla del suo nuovo libro, “Ignazio Florio – Il leone di Palermo” (edito da Nuova Ipsa Editore), un libro dove al centro di tutto c’è il culto del bello, agiatezza, ma anche sfortuna imprenditoriale e decadenza. La vita di Florio, imprenditore palermitano di fine ‘800, è un susseguirsi di fasi fortemente contrastanti tra loro.
“Ho voluto narrare una nota storia siciliana – spiega l’autore – attraverso l’analisi dei personaggi chiave sganciandomi dall’idea del Mito tout court, dall’abbagliante scintillio della Belle Époque (che pure a piene mani, inevitabilmente, si coglie) che da decenni sopravvive come luogo comune, collegandomi, invece, alla verità storica con precisione di date riferendomi ad atti e documenti.
Per questo ho adottato la formula diaristica corrispondente alla corretta contestualizzazione di quanto racconto. Sullo sfondo c’è una Palermo bellissima e contraddittoria.
È la città dell’Esposizione Nazionale del 1891, del Teatro Massimo, di Villa Igiea e delle altre opere del Basile, crocevia di scambi internazionali, prediletto soggiorno di teste coronate ma che non ha un ospedale degno di questo nome, dove l’analfabetismo dilaga e il lavoro scarseggia, nonostante la secolare opera dei Florio. Una città che affida la sua riscossa, più che all’incerta politica, alle rivolte sociali e alla nascente mafia”.
Cosa è mancato ai Florio per diventare gli Agnelli o i Kennedy: “E’ mancato parecchio, una serie di fattori. Anche il semplice mantenimento dei livelli imprenditoriali e di ricchezza”.