GIBELLINA – Attraverso i suoi segni, per quanto spesso incomprensibili, l’arte contemporanea può unificare, smuovere reazioni profonde. Uno strumento di speranza e resilienza, un’espressione che guarda al presente e apre nuovi sentieri per il futuro, in mezzo alle macerie di un’attualità sempre più caotica e caratterizzata da scenari devastati.
Nella temperie complessa e controversa del periodo successivo al sisma che devastò la Valle del Belice nel 1968, è avvenuto proprio questo a Gibellina, uno dei 12 Comuni dell’omonimo comprensorio agricolo tra le province di Trapani e Agrigento. Grazie alla visionarietà di Ludovico Corrao, l’intellettuale che ne fu sindaco per un totale di 23 anni, il paese interamente ricostruito a 18 chilometri di distanza da quello raso al suolo ha modificato poco a poco i suoi connotati attraverso le opere di architetti, scultori e pittori.
Per decenni, e fino alla sua tragica morte nel 2011, Corrao ne riuscì a radunare e a trattenere molti, alcuni di fama nazionale consolidata, a cominciare da Pietro Consagra e Alberto Burri. Il risultato è stato quello di una nuova Gibellina riempita di opere d’arte espressive di approcci estetici inediti.
Un patrimonio materiale dalla grande potenza evocativa che si ‘legge’ e interpreta per le vie urbane, così come all’interno del Mac, il Museo di Arte Contemporanea di Viale Segesta, intitolato al suo cittadino più illustre. Questo spazio espositivo è destinato a essere il cuore pulsante e la grancassa di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea nel 2026.
Gibellina, rigenerazione urbana attraverso l’arte
Ed è proprio in questo luogo che la città belicina, la prima del Belpaese a fregiarsi del titolo in ragione del suo approccio innovativo alla rigenerazione urbana attraverso l’arte, ha ospitato lo scorso sabato la quarta delle sei tappe (dopo Torino, Bologna e Milano e prima di Napoli e Roma) del roadshow di presentazione della Quadriennale d’Arte. Un appuntamento, questo, che dal 10 ottobre alla fine del prossimo gennaio celebrerà al Palazzo delle Esposizioni della capitale la sua diciottesima edizione (la prima si tenne nel 1927), per poi cedere il testimone proprio agli eventi di Gibellina capitale.
Per questo la ‘sosta’ siciliana, organizzata grazie anche alla collaborazione con il Comune di Gibellina e la Fondazione Orestiadi, è stata strategica.
Fantastica, una grande esposizione dedicata all’arte italiana del XXI secolo
La grande esposizione romana dedicata all’arte italiana del XXI secolo è stata battezzata con l’evocativo titolo di Fantastica: “Aggettivato, ma soprattutto esortativo – ha spiegato nel corso dell’incontro con la stampa e il pubblico al Mac il neopresidente della Quadriennale Andrea Lombardinilo -. Un tragitto lungo il quale – ha sottolineato – Gibellina, con la sua storia e il suo presente, diventa tappa significativa non solo verso Fantastica, che sarà un sistema di 5 grandi mostre tematiche allestite da altrettanti curatori, ma anche verso l’esposizione concomitante, ‘I giovani e i maestri’, incentrata sulla lunga storia della Quadriennale”.
Una sinergia decisiva, dunque con Gibellina, centro in cui in questi anni l’immaginazione ha conquistato e mantenuto, malgrado tutto, una straordinaria concretezza segnica e semiotica.
Un’utopia difficile da perseguire: “Epperò è proprio questa la matrice dell’arte contemporanea, così come del progresso sociale: l’utopia rappresenta un orizzonte di cui non possiamo fare a meno e Gibellina può senz’altro rappresentarlo come aveva già fatto reinventandosi dopo il terremoto di 57 anni fa”, ha sottolineato Andrea Cusumano, direttore artistico di Gibellina Capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2026. “Un sentiero da ritracciare puntando sull’empatia”.
L’incontro tra le persone e lo sguardo degli artisti, sarà basilare per immaginare il loro contributo al programma di Gibellina 2026. Le residenze nelle quali gli artisti potranno dedicarsi alle loro creazioni dovranno riaccendere luoghi della cittadina abbandonati per anni. “Cominceremo dall’ex chiesa di Gesù e Maria, a suo tempo trasformata in centro sociale dalla designer Nanda Vigo”, ha detto Cusumano.
Durante l’incontro al Mac, concluso con l’esibizione di Carmen Sottile, giovane e talentuosa pianista palermitana, non è mancato il riferimento agli attuali filoni narrativi dell’arte contemporanea: dall’ecologia alla tecnologia, passando per la trattazione di drammi attuali, guerre e diseguaglianze in primis.
“Tanto in quanto espressione umana, l’arte è di per sé espressione politica – ha detto Francesco Stocchi, direttore artistico del Museo Maxxi di Roma e curatore di una delle 5 mostre di Fantastica. “Resta sempre netta comunque la distinzione tra l’artista impegnato, che intende usare il proprio linguaggio in senso attivistico e chi invece usa l’arte anzitutto come antidoto personale per affrontare questioni che lo toccano da vicino. Questo mosaico di linguaggi, sempre più complesso, è uno strumento indispensabile per comprendere la realtà e operarvi scelte”.
“Quando si costruisce il presente di solito si pensa al passato, con l’intento di superarlo: “per questo non è mai facile parlare di arte contemporanea – ha argomentato la presidente della Fondazione Orestiadi Francesca Corrao, primogenita dell’ex sindaco. La Sicilia, però, con la sua particolarissima natura di porto d’approdo al centro del Mediterraneo e dunque con il lascito di tante civiltà, costituisce un enorme bacino di suggestioni e di linguaggi mai fagocitati da una lingua unica. L’artista contemporaneo è chiamato a esplorarlo e a tradurlo con immagini astratte ma comunicative di qualcosa di profondo e di intimo. L’arte contemporanea è lo strumento per tessere trame al di là delle incertezze e degli orrori. Una lingua franca, appunto: a cominciare da Gibellina”.
Urgono però più risorse: “Il contributo regionale per provare a coprire le spese di tutti gli eventi culturali della città, per quest’anno e il 2026, è stato di due milioni di euro – ha detto il sindaco Salvatore Sutera – È un importo di cui auspichiamo la revisione perché non riusciamo a far fronte esigenze di restauro e manutenzione delle installazioni di Gibellina: in Italia il più grande patrimonio d’arte contemporanea racchiuso in un piccolo centro”.

