Variante Omicron, gli 8 sintomi da non sottovalutare, quali sono, rischi - QdS

Variante Omicron, gli 8 sintomi da non sottovalutare, quali sono, rischi

Variante Omicron, gli 8 sintomi da non sottovalutare, quali sono, rischi

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sabato 22 Gennaio 2022

Gli studi però hanno mostrato come siano otto i sintomi che indicano se hai contratto la variante Omicron e nessuno di questi va preso sottogamba

Sintomi che alla luce di tutto sono difficili da diagnosticare perchè si sovrappongono ad altra malattie del genere. Gli studi però hanno mostrato come siano otto i sintomi che indicano se hai contratto la variante Omicron e nessuno di questi va preso sottogamba. A elencarli è uno studio realizzato in Sudafrica, dove è nata questa variante.

Quali sono i sintomi

Si tratta di campanelli d’allarme che vanno dal mal di schiena nella zona lombare al mal di gola. Compresi anche il naso che cola, la congestione, il mal di testa, la stanchezza, gli starnuti, la sudorazione notturna e i dolori muscolari.

Gli effetti

“Ha una patologia media che non arriva alla gravità, con una durata dai 5 ai 7 giorni. E quando ha necessità – perché molto anziano o con altre patologie – può essere curato in ambulatorio e fare, se serve, la terapia con gli anticorpi monoclonali”. Così Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, tracciando l’identikit delle persone colpite dalla nuova mutazione di Sars-Cov-2, nel corso di ‘Buongiorno Benessere’ su Rai1. “Tutto questo ci dice che, in questo momento, il virus ha mutato verso una fase assolutamente più benigna che colpisce prevalentemente le persone fragili. Mentre nella persona giovane, forte, immunocompetente assomiglia sempre di più a una patologia simil influenzale”, ha spiegato ancora Vaia.

Il monitoraggio

Nel monitoraggio della situazione pandemica italiana “la novità è che da più di una settimana abbiamo dati abbastanza confortanti. Ma il dato più importante è che c’è una prevalenza di Omicron. Una variante che pur essendo molto contagiosa è poco patogenica. Per cui i pazienti, che ormai sono all’80% con questa variante, hanno un’occupazione delle strutture sanitarie prevalentemente ambulatoriale e non di ricovero ordinario né di terapia intensiva. E questo è un dato molto, molto confortante”.

Luigi Ansaloni

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