La qualificazione in 90 minuti. A Catania c’è grande attesa per la terza e ultima giornata del Gruppo 9 della prima fase di qualificazione all’Europeo Under 19: dopo la larga vittoria per 8-0 sulla Moldova e il pareggio con la Bosnia ed Erzegovina (0-0 nonostante i 23 tiri e le due traverse colpite), l’Italia affronta la Polonia già qualificata a distanza di quattro giorni dalla sfida tra Nazionali Under 21 con un doppio obiettivo.
Da una parte quello di staccare il biglietto per la fase élite in programma in primavera – e per questo basterà non perdere – dall’altra quello di chiudere il girone al primo posto: per far sì che accada, la squadra di Alberto Bollini dovrà vincere. Allo stadio Angelo Massimino calcio d’inizio alle 15 e diretta su RaiPlay, con differita su RaiSport alle 19.45.
Italia-Polonia Under 19, in campo i due fratelli Idrissou
In questi giorni sono due gli Iddrissou in campo in Sicilia: Jamal è il centravanti dell’Italia – e sabato contro la Bosnia è stato proprio lui a colpire una delle due traverse azzurre – Subutan, invece, gioca in Eccellenza, nel Marsala. Attaccanti entrambi, divisi da tre anni, domani probabilmente si ritroveranno a Catania: uno in campo, l’altro in tribuna a tifare per il fratello.
“Una motivazione in più – ammette Jamal -. Abbiamo iniziato a vederci molto meno quando è andato a giocare a Foggia, poi ha avuto altre esperienze al Sud. Per me invece è la prima volta e l’effetto è stato bellissimo: il tifo è caldo, il clima è ottimo, spero davvero di vivere una grande giornata”.
Dall’Inter Under 23 alla chiamata per il Mondiale Under 20, la crescita di Jamal Idrissou
Di grandi giornate Iddrissou ne ha vissute parecchie ultimamente: la crescita nell’Inter, con presenze anche in Serie C con la squadra Under 23, alla chiamata per il Mondiale Under 20 in Cile, e ora il ruolo di centravanti in Under 19: “Sensazioni inspiegabili: è successo tutto così in fretta, ma ho tanta gente dalla mia parte: i miei compagni, la mia famiglia, i miei amici di Concesio, che per me sono tutto”. Il sogno di Iddrissou,nato in Italia da genitori arrivati dal Ghana, è iniziato in provincia di Brescia: dagli inizi nel Sant’Andrea fino alla chiamata dell’Inter: “Ho sempre tifato Inter, ma un giorno quando ero piccolo arrivai a casa e mio padre mi disse che era stato contattato da un osservatore dell’Inter: immaginatevi le emozioni”.
Anni a fare avanti e indietro con casa, ogni giorno per gli allenamenti, fino al trasferimento in convitto, altro capitolo della sua crescita di Jamal, che oltre ad avere un fratello centravanti come lui ha anche una delle due sorelle che pratica atletica leggera.
La famiglia a Milano non si perde una partita
“La famiglia mi segue tantissimo, a Milano nessuno si perde una partita – racconta -. Qui lo faranno dalla tv, e sono felice siano orgogliosi di me. Ascoltare l’inno di Mameli e vestire la maglia della Nazionale è qualcosa che non si può spiegare, anche perché sta succedendo tutto così in fretta che solo quando mio fermo riesco a rendermi conto di quello che accade”.
Numero 19 oggi, ma centravanti, eppure non è sempre stato così: Iddrissou ha fatto la mezzala, l’esterno, fino alle intuizioni di Tiziano Polenghi e di Benny Carbone, suo allenatore nelle giovanili dell’Inter, con quest’ultimo “che mi ha detto: ‘devi fare l’attaccante’. A lui devo tutto, mi ha cambiato. Ci sono cose in cui devo migliorare, soprattutto spalle alla porta, ma più il livello si alza e più c’è da crescere. Giocare in Under 23 a 19 anni è fondamentale, per misurarsi con avversari più esperti ma anche per capire dinamiche di spogliatoio imparando dai più grandi. Quando mi capita di giocare in Primavera, provo a portare l’esperienza dell’Under 23 con i più giovani”. Idee ben chiare sugli idoli “e sul sogno di esordire con l’Inter. Tra i miei modelli, invece, c’è prima di tutto Thuram. Troppo forte: ogni volta in allenamento con la prima squadra cerco di prendere qualcosa da lui. Ma stimo tanto anche Rashford. Tra gli idoli d’infanzia, invece, scelgo Mauro Icardi”.

