Qualità dell’aria, nell’Isola “restano le criticità” - QdS

Qualità dell’aria, nell’Isola “restano le criticità”

Michele Giuliano

Qualità dell’aria, nell’Isola “restano le criticità”

mercoledì 08 Marzo 2023

L’Arpa Sicilia ha pubblicato i primi dati 2022 dei monitoraggi effettuati attraverso le centraline dislocate in tutta la regione. Preoccupano gli agglomerati industriali di Palermo e Catania

PALERMO – Continuano i rilevamenti dell’Arpa Sicilia sullo stato della qualità dell’aria. E i risultati dell’analisi dei dati non è confortante: nel 2022, ad una prima valutazione dei numeri registrati dalle stazioni fisse della rete di monitoraggio e attraverso i dati storici per il periodo 2012-2022, relativamente al No2, all’O3 e al Pm, permangono delle zone di criticità. In particolare, vengono superati i limiti fissati per l’ozono (O3) nell’agglomerato di Catania, così come vengono superati i limiti per il biossido di azoto (No2) – un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso – nelle aree industriali dell’agglomerato di Palermo e Catania.

Per l’ozono O3 si registra nel 2022 il superamento del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120g/m3), in 22 stazioni delle 27 in esercizio, in particolare nell’area industriale nella stazione Sr-Via Gela, Gela-Biviere e Solarino, nell’agglomerato di Catania nella stazione Ct-Parco Gioeni e San Giovanni la Punta, e nella stazione di Enna. È stato rilevato, inoltre, il superamento del limite sulla concentrazione media giornaliera del particolato fine Pm10 in diverse stazioni.

Solo nella stazione Rg-Villa Archimede, della zona aree industriali, si sono registrati superamenti in numero maggiore (41) da quelli concessi dalla norma (35). Si tratta di una rilevazione preoccupante: le polveri fini denominate Pm10 sono delle particelle microscopiche presenti nell’aria che respiriamo e che sono nocive per la salute. Se poi andasse in porto la proposta della Commissione europea di aggiornamento della direttiva aria, che prevede il limite per la concentrazione media giornaliera per il Pm10 a 45g/m3 e il numero concesso di superamenti in un anno a 18, sarebbero parecchie di più le stazioni in cui si andrebbero a registrare superamenti dei limiti di legge.

I dati sono stati analizzati anche come sequenza storica: il trend della concentrazione media annua evidenzia un andamento decrescente negli agglomerati di Catania, Palermo, Messina rispetto i primi anni del decennio. Nella zona dell’area industriale il comportamento è analogo per le stazioni più interessate dal traffico veicolare (Niscemi, Gela via Venezia, Partinico, Sr-via Gela, Sr-Belvedere, Sr-Verga), più stazionario nelle altre.

La valutazione del trend non è purtroppo completa: nel mese di luglio 2021 sono stati completati tutti i lavori di adeguamento delle stazioni di monitoraggio al programma di valutazione che ha previsto, inoltre, la realizzazione di nuove stazioni e la rilocazione di altre; pertanto la valutazione del trend per alcune stazioni non può essere effettuato e in altre, interessate dalla rilocazione, la modifica del sito può influenzare l’analisi dei risultati.

“Il confronto dei dati monitorati con i limiti – scrivono dall’Arpa – previsti nella proposta di nuova direttiva della Commissione Europea, pubblicata a fine ottobre 2022, da raggiungere entro il 2030, nonché con i valori guida emanati dall’Oms (organizzazione mondiale della sanità) nel 2021, indica che le concentrazioni monitorate, anche nelle stazioni dove attualmente i limiti di legge sono rispettati, sono superiori in larga parte ai valori limite proposti”. La soluzione è semplice in parole ma tecnicamente complessa nei fatti: è necessario attuare rapidamente le misure già previste nel piano regionale di tutela della qualità dell’aria, approvato con deliberazione di giunta n.268 del 18 luglio 2018.

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