“Le parole fanno più male delle botte”. Questa è una frase della giovane Carolina Picchio, vittima del crescente fenomeno del cyberbullismo, che si tolse la vita a soli 14 anni. Il cyberbullismo si avvale del nuovo mondo digitale. L’intero spazio virtuale, o più comunemente detto “cyberspazio”, è il luogo dove gli utenti sono connessi tra loro attraverso una rete telematica. Esso comprende l’insieme delle infrastrutture informatiche, quali software, hardware, dati e utenti.
Allarmante è il numero delle vittime di cyberbullismo
Un adolescente su due è vittima di bullismo e recenti studi mostrano che il 65% dei giovani ha subito violenza. Ansia, depressione, isolamento e, nei casi più estremi, il suicidio sono alcune delle drammatiche conseguenze di questo fenomeno.
“È fondamentale educare i giovani ad un uso consapevole del web e fornire loro gli strumenti per difendersi”, afferma Giulia Rossi, psicologa e autrice di un recente studio. Il problema non riguarda solo i giovani: genitori, insegnanti e istituzioni giocano un ruolo cruciale in questa lotta. Si tratta infatti di una piaga sociale che richiede un’azione concreta da parte di tutti. Campagne di sensibilizzazione, come quelle promosse dal Ministero dell’Istruzione, e leggi più severe, come il reato di “cyberstalking” introdotto da poco, sono passi importanti, ma non sufficienti. Serve un impegno collettivo per creare un ambiente digitale sicuro e rispettoso, dove i diritti di tutti siano tutelati. “Il web è uno strumento straordinario, ma dobbiamo insegnare ai nostri figli a usarlo responsabilmente”, sottolinea ancora.
I principali pericoli del cyberbullismo
Da sempre i principali pericoli del cyberbullismo sono conseguenze psicologiche e sociali gravi, aggravati dalla diffusione rapida e ampia del contenuto e dall’anonimato degli aggressori. Oggi però, si possono utilizzare diversi strumenti come la denuncia e la segnalazione e si può contare inoltre in supporti psicologici. Si parla dunque di cybersecurity ovvero l’insieme di tecniche, processi e pratiche progettati per proteggere i dispositivi, le reti, i programmi e i dati da attacchi informatici. Le principali aree della cybersecurity includono la sicurezza delle reti, dati, applicazioni e la formazione degli utenti. Essa dunque è una questione anche culturale.
In un mondo sempre più interconnesso, costruire un ambiente digitale sicuro richiede consapevolezza, collaborazione e investimenti costanti. Solo così possiamo garantire che i benefici della tecnologia superino i rischi. Spesso il cyberbullismo viene sottovalutato, definito una “normale” dinamica tra giovani, ma le conseguenze psicologiche sulle vittime dimostrano altro.
Nemmeno le leggi bastano
In Italia la legge n. 71 ha introdotto importanti misure per tutelare i minori, ma è fondamentale il cambiamento culturale. Necessario è promuovere una cultura del rispetto e della consapevolezza. Infine, è necessario ricordare che il cyberbullismo non riguarda solo chi lo subisce direttamente: è un fenomeno che danneggia l’intera società, alimentando una cultura di odio. Dobbiamo trasformare il mondo digitale in uno spazio di crescita, condivisione e rispetto.
Le parole, anche online, hanno un peso e un valore: usiamole per costruire ponti, non per ferire.
Liceo “Enrico Fermi” Ragusa

