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Quando si fallisce, non arrendersi mai!

Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Significa che bisogna essere duri per avere successo nella vita? Non ci sembra. Piuttosto bisogna essere voltivi, determinati, capaci di sacrificarsi e soprattutto avere fame di sapere, senza del quale non vi è progresso alcuno.
Si sa, le difficoltà, i dispiaceri, le avversità non mancano mai. Bisogna abituarsi ad essi, comprendendo che sono parte integrante della vita. Stolto o ingenuo sarebbe chi pensasse che sia tutto rose e fiori, che le cose debbano funzionare per forza bene, che la salute ci sia come fatto naturale e non come bene da conquistare e mantenere tutti i giorni.

Insomma vi è differenza fra realtà e immaginario, fra desideri e realismo. bisogna essere consapevoli che occorre stare sempre con i piedi per terra, magari sognando ad occhi aperti, però bene afferrati alle questioni vere e non a quelle ipotetiche.
Il verbo pensare spesso si usa con significato di supporre. è questo un modo per vivere nell’iperuranio.


Ovviamente, nonostante la nostra buona volontà, il nostro impegno ed il nostro sacrificio può capitarci una débâcle. C’è chi di fronte ad essa si dispera, piange, si rattrappisce e persino si deprime. Altri, invece, reagiscono. Non si arrendono, si rialzano, ricominciano, non da tre come diceva il compianto Massimo Troisi (1953-1994).
Ecco, è la capacità di mettersi in gioco continuamente, di pensare che non siamo mai arrivati, anzi che ogni punto di arrivo costituisce un punto di partenza: questa è la mentalità giusta per vivere con realismo. Vivere così per sé e per gli altri, immaginando che non tutti sono capaci di vivere in questo modo, anzi la maggior parte vive in modo opposto, ha bisogno della nutrice che gli da il latte anche a 50 o 60 anni.
Gli immaturi appartengono a questa categoria. Sono coloro che non crescono mai, che hanno bisogno degli altri, che si appoggiano a terzi in quanto gli sembra di essere claudicanti.
Contro l’immaturità non c’è una medicina. Si può guarire a seconda che se ne sia consapevoli o meno: nel primo caso entrando nella realtà; nel secondo standone fuori.

La storia ci insegna di quanti personaggi indomiti hanno vissuto nelle loro epoche e della loro capacità di conquista sia materiale che immateriale, di quanti personaggi abbiano affascinato intere popolazioni con il loro carisma, nel bene e nel male.
Ognuno di noi dovrebbe studiarne le caratteristiche attraverso la storia, la filosofia, la letteratura, la matematica; sì, anche quest’ultima, perché consente di fare valutazioni scientifiche per formare opinioni concrete.
Studiare quei personaggi perché se ne può trarre insegnamenti, positivi e negativi: i primi da seguire, i secondi da rifiutare. Così si fa esperienza e si capisce di più come funzionano le cose, o come dovrebbero funzionare.
Se non si capisce non si può operare. Quando non si capisce si opera male o si resta inattivi, il che è qualche volta peggio che fare, pur sbagliando. Proprio quando si commettono errori, se si sta all’erta, si possono trarre esperienze e insegnamenti per non commetterli più.


Gli errori che commettiamo sono all’ordine del giorno, dobbiamo tenerne conto. Illuso è colui che pensa di non commetterli mai perché solo chi fa sbaglia, gli altri appartengono alla categoria dei pavidi e dei pelandroni.
Certo bisogna ben ponderare fatti e circostanze per fare valutazioni idonee a trovare soluzioni. Dopo però bisogna decidere senza esitazione e andare in fondo, dritti al bersaglio. Ci si può riuscire o meno, però non deve mancare la determinazione di perseguire gli obiettivi una volta prese le idonee decisioni.
Quando si è convinti di agire per bene bisogna andare avanti senza tentennamenti sapendo che si potrebbe anche sbagliare. Però non ci deve fermare la paura dell’errore.
Diceva il grande presidente americano F. D. Roosevelt (1882–1945): “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. Bisogna quindi avanzare con coraggio, determinazione, consapevolezza, insomma mettercela tutta e contemporaneamente continuare ad imparare, a prendere esempio da chi è bravo, emulandolo e cercando di gareggiare alla pari. Non è semplice, ma si può fare. Basta volerlo!