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Quanto guadagna un Ministro della Repubblica: tutto quello che c’è da sapere

Quanto guadagna un Ministro della Repubblica: tutto quello che c’è da sapere

Tutto quello che c’è da sapere sugli stipendi dei ministri e la differenza tra un tecnico e un eletto in Parlamento: focus su cifre e agevolazioni pensionistiche

Uno dei temi più caldi nel nostro Paese è spesso lo stipendio dei politici eletti in Parlamento o dei membri del Governo, giudicati dai cittadini italiani in maniera negativa per la loro onerosità. Nonostante le polemiche e i vari tentativi di effettuare dei tagli agli stipendi e ai benefici dei nostri onorevoli, i costi in Italia continuano a essere maggiori rispetto agli altri Paesi europei. Ma quanto guadagna un Ministro della Repubblica Italiana?

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Il ruolo del Ministro in Italia

Prima di parlare dei costi, chiariamo subito il ruolo del ministro. E’ una carica che nasce quando si viene a formare un governo dopo l’elezioni o la caduta di quello precedente (ci possono essere più governi durante la legislatura). Il Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato dal Presidente della Repubblica, infatti, stila una lista dei ministri che viene vagliata sempre dal Capo dello Stato.

Attenzione, un ministro può essere sia un parlamentare che un tecnico. Nel 2013 il governo presieduto da Enrico Letta abolì l’opzione di doppio stipendio per un deputato o senatore che viene investito anche dell’incarico di guidare un dicastero.

Quanto guadagna un Ministro?

Tutti i nuovi ministri del governo Meloni che sono anche parlamentari percepiscono soltanto lo stipendio da senatore o deputato, ovvero 14.634,89 e 13.971,35 euro al mese. I ministri tecnici, invece, ricevono uno stipendio complessivo che è di 9.203,54 euro al mese.

Dal luglio 2019 però è entrata in vigore una legge che prevede un taglio del 3,7% dei compensi, anche per i sottosegretari ma sempre solo quelli tecnici. Per un tecnico, lo stipendio è di 4.500 euro al mese previsto che sul totale lordo bisogna contare anche le trattenute per la pensione e il fondo di credito.

Il guadagno di un Ministro non parlamentare

Come riporta il Sole24Ore, l’Inps ha chiarito che per chi è dipendente pubblico il periodo passato al governo conta per il trattamento di fine rapporto. I contributi sono a carico del ministero, o della PA di appartenenza se il ministro-dipendente pubblico ha deciso di continuare a farsi pagare dal suo datore di lavoro”.

In altre parole, un ministro tecnico percepisce di meno di un suo collega al governo che è invece stato eletto alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica. Chi non ha un seggio in parlamento subisce un taglio dello stipendio del 3,7%.