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Quanto guadagna un giornalista, lo stipendio in Italia

Quanto guadagna un giornalista, lo stipendio in Italia

Quanto guadagna un giornalista in Italia: tutto quello che c’è da sapere sullo stipendio per questa professione

Ci sono tante variabili per comprendere quanto guadagna un giornalista. Per sapere qual è lo stipendio medio bisogna considerare l’esperienza, il ruolo e la specializzazione (professionista, pubblicista, dipendente o freelance).

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Quanto guadagna un giornalista: le cifre in Italia

Prima di definire quanto guadagna un giornalista in Italia è bene ricordare che esistono tantissime specializzazioni in questo settore. Ci sono i giornalisti di cronaca, quelli dell’ambito economico, politico, sportivo, cronista giudiziario o anche il giornalista televisivo.

Lo scorso 11 dicembre 2024 è stato approvato il nuovo CCNL Giornalistico per la regolamentazione delle prestazioni lavorative dei giornalisti professionisti, pubblicisti e dei praticanti in regime di lavoro subordinato. Grazie a questo rinnovo, sono stati aggiornati i valori minimi dello stipendio (espressi in euro) e le relative decorrenze. Ecco dunque il guadagno medio per i giornalisti in Italia:

  • Collaboratore fisso: 1.430 euro, dal 1° gennaio 2026 1.480 euro
  • Praticante: 1.450 euro, dal 1° gennaio 2026 1.500 euro
  • Redattore con meno di 24 mesi di attività: 1.570 euro dal 1° gennaio 2026 1.620 euro
  • Redattore con più di 24 mesi di attività: 1.710 euro, dal 1° gennaio 2026 1.760 euro
  • Coordinatore: 1.850 euro, dal 1° gennaio 2026 1.900 euro

A queste cifre, in base agli accordi contrattuali, vanno poi aggiunti la tredicesima mensilità nel periodo natalizio, l’indennità redazionale e gli eventuali scatti di anzianità che possono essere al massimo 15 e valgono il 6% dello stipendio base del livello di appartenenza.

L’equo compenso

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha approvato dei parametri giudiziali per la determinazione dell’equo compenso. Questo per tutelare tutti i giornalisti sottopagati per scrivere articoli o produrre contenuti sul web. Questi parametri, riguardano i giornalisti freelance, ovvero che non hanno collaborazioni fisse con una singola testata. Sono state definite tre categorie, distinte a seconda degli ambiti lavorativi:

  • Attività giornalistica in ambito nazionale: presso quotidiani, periodici, agenzie stampa, anche online, emittenza radiotelevisiva, uffici stampa;
  • Attività giornalistica in ambito locale: in tele-radiodiffusione nonché imprese fornitrici di contenuti informativi, anche in tecnologia digitale e/o satellitare;
  • Attività giornalistica presso testate: periodiche di informazione a diffusione locale, anche online e attività giornalistica in testate di informazione esclusivamente online operanti in ambito locale, escluse quelle inserite in network nazionali e non collegate su più aree geografiche.

L’ODG aveva proposto un valore lordo minimo della prestazione di 52,50 euro per testate online e cartacee. I lavori sono purtroppo fermi da anni.

Quanto guadagna un giornalista: le differenze tra freelance e pubblicista

Ma quali sono le differenze di guadagno fra un giornalista freelance, pubblicista e professionista? Vediamo le differenze:

  • Giornalista freelance: tra i 15 e 50 euro ad articolo, è necessario aprire la partita IVA e pagare le tasse sui compensi percepiti. Solitamente, per i compensi non superiori a 85.000 euro all’anno, si preferisce aderire al regime forfettario per ottenere maggiori agevolazioni fiscali.
  • Giornalista pubblicista: lo stipendio minimo è di 1.293,21 euro al mese. Anche in questo caso lo stipendio medio varia in relazione all’esperienza, al ruolo e alla tipologia contrattuale.

Altro discorso, ad esempio, per un giornalista che lavora in emittenti nazionali pubbliche come la RAI. Infatti, un giornalista qui può guadagnare fino a oltre 200.000 euro all’anno. Anche in questo caso, però, l’esperienza, l’anzianità lavorativa e la specializzazione possono fare la differenza.

Per tutti coloro che ambiscono a entrare nelle emittenti pubbliche o private, come possono essere Rai o Mediaset, il titolo di professionista è certamente un trampolino di lancio interessante. E al contempo garantisce una retribuzione mediamente più elevata.