Home » Quarantacinque anni ma non sono poi troppi

Quarantacinque anni ma non sono poi troppi

Quarantacinque anni ma non sono poi troppi
quotidiano_sicilia_giornali

QdS sempre a servizio dei lettori

Era settembre del 1979 e avevo attorno al mio tavolo sei imprenditori cui annunciai la mia idea di realizzare un giornale il cui primo numero sarebbe uscito prima di Natale. Si misero tutti a ridere, prendendomi per un contaballe. Non me la presi e mi misi al lavoro. Cosicché, proprio a ridosso del Natale di quell’anno, venne pubblicato il primo numero di questo giornale.

Iniziò così un’avventura arrivata al 45° anno. Durante questo periodo – lungo per la vita di una persona ma non così lungo per quella di un quotidiano – sono capitati eventi di ogni genere, negativi e positivi. Dobbiamo rilevare, fra quelli negativi, azioni maldestre di tanta gente che non vedeva di buon occhio la crescita di un giornale come il nostro nel territorio siciliano.

Tuttavia, abbiamo sempre cercato di mantenere ottimi rapporti con tutti, pur difendendo la sopravvivenza di un giornale che ha adottato alcuni slogan molto chiari come fondamenta del proprio modo di fare informazione.

Tutto quello che c’è sotto, L’altra informazione, Antipatici perché onesti, Nero su salmone e infine, negli ultimi anni, abbiamo impostato una linea informativa coniando l’ultimo messaggio: L’Italia vista da Sud.
Che cosa vuole significare? Che l’informazione fatta da questo giornale non è limitata alle questioni regionali, ma affronta i temi nazionali e internazionali da una prospettiva rovesciata rispetto a ciò che accade normalmente.
Non è un caso che nei talk show televisivi e nelle trasmissioni radiofoniche non sono mai invitati direttori di quotidiani al di sotto della linea gotica di Roma. Come se mezzo Paese non contasse nell’informazione nazionale e internazionale.
Intendiamoci, non si tratta di una lamentazione, ma della constatazione di un fatto iniquo, spiegabile soltanto con la predominanza dei poteri forti che si trovano ubicati a Milano, sotto il profilo economico, e a Roma sotto quello politico.

Tuttavia non ci siamo arresi, abbiamo sempre reagito, ribattendo colpo su colpo, e oggi possiamo affermare che la nostra presenza nazionale non è frequentissima, però c’è già.
In questi 45 anni abbiamo realizzato oltre tremila Forum con personaggi internazionali, nazionali e locali. Vogliamo citare, per tutti, quelli con i Presidenti della Repubblica Sandro Pertini, nel 1983, e con Carlo Azeglio Ciampi, nel 2004, mentre abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere ospitato l’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella, quando era vice presidente del Consiglio, in un memorabile Forum svoltosi nella nostra sede di Palermo, nel 1999. Di sfuggita, ricordo anche gli oltre cinquemila editoriali raccolti in 45 libri.
In 45 anni, come già accennato, alcuni hanno tentato di stroncarci con azioni subdole e maldestre, cui abbiamo risposto colpo su colpo riuscendo a sconfiggere chi voleva la cessazione della pubblicazione di questo foglio. Ancora oggi c’è chi agisce nell’ombra, con viltà, perché non ha il coraggio di affrontarci a viso aperto. Noi reagiamo come abbiamo sempre fatto, senza paura e con la consapevolezza di seguire le regole etiche di tutti i tempi, come il rispetto dei nostri lettori, i nostri veri padroni.

Abbiamo sempre pagato puntualmente i nostri dipendenti e collaboratori, i contributi e le imposte perché ritengo che chi non le paga è un disonesto.
In questi ultimi anni abbiamo attivato anche il QdS.it, vale a dire il giornale digitale – in sinergia con quello cartaceo – della cui testata è diventata direttrice responsabile mia figlia Raffaella.
Dobbiamo ringraziare tutti gli abbonati che ogni mattina ritirano puntualmente la loro copia in edicola, tutti gli inserzionisti che preferiscono il nostro quotidiano a carta salmone, unico in Italia oltre al prestigioso Sole 24 Ore.

E voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini, dalle mie due figlie Raffaella e Marilù – quest’ultima ci ha abbandonato nel 2011 – fino a chi ha lavorato e lavora con passione, spandendo sudore, sentendosi componente di una famiglia che intende continuare a servire i cittadini, attuando l’art. 21 della Costituzione con un’informazione netta che porti la verità all’opinione pubblica, anche creando malumori e antipatie.