Si chiama “Quiet luxury tourism”, ed è un modo diverso di vivere turismo di lusso. Un turismo che non fa dell’ostentazione la sua cifra distintiva, anzi tutt’altro. Parola d’ordine è la discrezione. Di certo questa categoria di viaggiatori non soffrirà di “notriphobia”, termine che indica la paura di non avere viaggi in programma, che deriva dall’inglese “no trip” (nessun viaggio) e dal suffisso “-phobia”, che indica paura, ma contrariamente a quanto avveniva in passato, non cercano soltanto esperienze esclusive, ma al contrario emozioni che ben si sposano con sostenibilità e turismo esperienziale. Il benessere, infatti, non è ricercato negli aspetti materiali, come la suite extra lusso o il ristorante pluristellato, la differenza la faranno i ricordi che da quel viaggio scaturiranno.
A dirlo è il nuovo Luxury Travel Report 2025 di Preferred Hotels & Resorts, secondo cui i viaggiatori alto spendenti rifiutano i pacchetti standard, mentre ricercano consulenza qualificata e preferiscono soggiorni che aiutino a comprendere la storia e l’identità dei luoghi, sempre con attenzione alla qualità delle esperienze proposte e su misura.
Altro aspetto interessante, e che evidenzia un cambio di rotta rispetto al “turista da un click e via”, è che questo tipo di viaggiatore vuole diventare parte della storia e della cultura dei luoghi visitati. Oltre il 90 per cento dei viaggiatori appartenenti a questo segmento, infatti, apprezza le tradizioni locali, dormire in palazzi storici, partecipare a cerimonie tipiche, provare piatti della cucina regionale preparati da chef del posto.
Anche le città italiane guardano sempre più a questa fascia alto-spendente, sebbene il rovescio della medaglia di questo segmento sono gli 8,4 milioni di italiani che quest’anno rinunceranno alle vacanze estive e, tra loro, il 69% resterà a casa per ragioni di natura economica, come emerge dall’indagine commissionata da Facile.it a Emg Different. Sei milioni di italiani non partiranno, dunque, per ragioni di natura economica.

