Terna: in Sicilia il prezzo zonale è superiore di circa 13 euro rispetto alla media italiana. Determinante l’avvio dell’elettrodotto Chiaramonte-Ciminna per non disperdere l’elettricità
PALERMO – Si contrae la richiesta di energia in Sicilia mentre permangono le note criticità legate al prezzo zonale, che nell’Isola risulta mediamente più elevato del resto d’Italia. A fare il punto è il rapporto mensile sul sistema elettrico di maggio 2019 redatto da Terna.
I NUMERI NAZIONALI: PRODUZIONE
Nel mese di maggio l’energia elettrica richiesta in Italia (25,2 miliardi di kWh) ha fatto registrare una flessione del 3 per cento rispetto ai volumi di maggio dell’anno scorso. Secondo Terna, il risultato deriva dallo “stesso numero di giorni lavorativi rispetto allo stesso mese dello scorso anno ma da una temperatura media mensile inferiore di ben 3,6°C”.
Rispetto ai primi cinque dell’anno in corso, la richiesta risulta negativa di 1,3 punti percentuali rispetto al 2018; in termini destagionalizzati e corretti per calendario e temperatura, la variazione risulta pari a -1,0%.
I DATI NAZIONALI: FONTI
A fronte di una produzione nazionale netta, nel mese di maggio, pari a 22.061 GWh , il 42% è composta da fonti energetiche rinnovabili (10.524GWh) ed il restante 58% da fonte termica. Facendo un focus sulla produzione mensile da Fonti Energetiche Rinnovabili, si registra un aumento della produzione eolica (+81,3%) e una flessione della produzione fotovoltaica (-5,4%) e produzione idroelettrica (-29,0%) rispetto all’anno precedente.
SICILIA/1: CALANO I CONSUMI
Anche nell’Isola, si è registrato un generale calo dei consumi di energia, pari a un -3%, che in valore assoluto si traduce in 1.453 GWh, cioè 45 in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Si tratta di una contrazione che è giunta dopo quattro mesi di consumi in crescita, portando, in questo modo, in pareggio il livello dall’inizio dell’anno, pari a 7.627 GWh richiesti da famiglie e imprese.
SICILIA/2: FLUSSI E PREZZI
La mappa dei movimenti di energia in Italia ha messo in evidenza uno scambio netto dalla “zona Nord verso l’Emilia Romagna e Toscana pari a circa 4,3TWh. Il Continente registra uno scambio netto verso la Sicilia pari a 1,4TWh”. Eccezioni in Sicilia, come da tradizione, per quanto riguarda i prezzi zonali che nel resto d’Italia risultano sostanzialmente allineati al PUN. Nell’Isola si registra un differenziale pari a +€13,2/MWh. Il prezzo della zona Sicilia è allineato a quello di maggio 2018, mentre per le altre zone si è avuta una riduzione media pari a €3,7/MWh. Andando in dettaglio, il gestore nazionale della rete di distribuzione ha indicato che a maggio il prezzo nell’Isola si è allineato a quello di maggio 2018, cioè 63,8 euro a MWh, a fronte del prezzo unico nazionale di 50,7 euro a MWh.
SICILIA/3: RESPONSABILITÀ DEL COSTO DELL’ENERGIA
Il differenziale, che ammonta a 13,2 euro in più, deriva dal maggiore costo di produzione dalle vecchie centrali termoelettriche a combustibili fossili che risultano determinanti in quanto permettono di tenere in tensione la rete regionale quando gli impianti rinnovabili della Sicilia orientale non riescono a soddisfare la richiesta dei poli industriali.
Per Mario Pagliaro, primo ricercatore del Cnr di Palermo, sentito da La Sicilia, sarà determinante l’avvio dell’elettrodotto a 380 KV Chiaramonte Gulfi-Ciminna per evitare di perdere l’energia prodotta dai campi eolici e fotovoltaici della Sicilia occidentale.