“Questa è la mia terra e io la difendo”, domani torna il festival che promuove il diritto a restare in Sicilia - QdS

“Questa è la mia terra e io la difendo”, domani torna il festival che promuove il diritto a restare in Sicilia

redazione

“Questa è la mia terra e io la difendo”, domani torna il festival che promuove il diritto a restare in Sicilia

mercoledì 21 Agosto 2024

Due giorni di dibattiti ed eventi a Campobello di Licata promossi e organizzati dal Centro studi “Giuseppe Gatì”

CAMPOBELLO DI LICATA (AG) – Tutto pronto per la seconda edizione del Festival “Questa è la mia terra e io la difendo”, in programma nella cittadina agrigentina nelle giornate di domani e dopodomani. La rassegna è promossa dal Centro studi Giuseppe Gatì, e il suo obiettivo principale è quello di promuovere e valorizzare il diritto dei giovani a restare al Sud. Giuseppe Gatì, come si legge sul portale del centro studi, era “un giovane coraggioso che ha lottato per il diritto di restare in Sicilia”.

“Con il suo blog ‘La mia terra la difendo’, ha denunciato la cultura che favorisce la fuga e dato voce ai ‘siciliani e siciliane onesti e oneste’ che vogliono rimanere e contribuire attivamente al loro territorio. A soli 22 anni, la sua vita è stata stroncata da un incidente sul lavoro”. Scopo della realtà lui dedicata, dunque, è quello di “dare continuità alla sua passione e al suo sacrificio”.

Un programma ricco di eventi e di ospiti

Un programma ricco di eventi e di ospiti quello del Festival, che nella prima giornata – il cui focus centrale sarà “Costruire” – vedrà la presentazione del progetto di ricerca MA.DRE (mapping dreams to safeguard students’ choices). Il centro studi ha intervistato 1.800 studenti e studentesse delle scuole superiori della provincia di Agrigento per mappare i loro progetti per il futuro, l’intenzione di realizzarli in Sicilia o fuori, e capirne le ragioni della scelta.

Il report elaborato sulla base dei risultati della ricerca sarà quindi discusso e analizzato, insieme alle persone e alle organizzazioni che saranno presenti, con l’obiettivo di scriverne collettivamente l’ultimo capitolo. Al termine della serata, il report completo sarà consegnato ad un rappresentante della Giunta regionale. La prima sessione, denominata “diseguaglianze”, partirà da un dato: tra coloro che si identificano nel genere maschile è più accentuata la preferenza a rimanere. Tra coloro che preferiscono non specificare il genere, la maggioranza esprime la preferenza per trasferirsi all’estero. Lo spunto sarà oggetto di un dibattito, introdotto da Giorgia Giudice, sociologia dell’ambiente e dello sviluppo con studi sul sud globale.

La seconda sessione è, invece, dedicata al “Clima”, perché tra i motivi più citati per cui si vive meglio in Sicilia e/o per cui si è grati per esservi cresciuti, buona parte degli intervistati annoverano il clima. In un contesto di cambiamento climatico, come cambia la Sicilia? L’introduzione sarà a cura di Alfonso Pinto, geografo e documentarista, autore del documentario Toxicitysulle conseguenze dovute alla presenza del polo petrolchimico siracusano.

La terza ed ultima sessione dell’incontro, che prende il nome di “Civiltà” farà riferimento alla domanda ‘cosa speri di trovare altrove che in Sicilia non c’è?’ a cui buona parte degli intervistati risponde “più civiltà”. Ci si chiederà dunque Cosa si intende con il concetto di civiltà e come si costruisce il senso civico. Ad introdurla sarà il cantautore Eugenio Cesarro. Fondatore del gruppo gli Eugenio in Via Di Gioia insieme ad altri tre amici musicisti, porta come costante in tutti i suoi brani un realismo autoironico che legge con amara allegria i nostri tempi. Il documento, infine, sarà consegnato a Giovanna Iacono, deputata presso la Camera dei Deputati e promotrice dell’intergruppo parlamentare sul Diritto a restare e Nunzio Di Paola, vice presidente vicario dell’Assemblea regionale siciliana.

La seconda giornata del Festival è definita dagli organizzatori come “il nostro Pride della Restanza”. Ci sarà un grande palco, dove musicisti e artisti si esibiranno per celebrare chi resta e si impegna a migliorare la Sicilia, contro una cultura che invece premia chi se ne va e condanna chi resta. A partire dalle 20:30, dopo i saluti introduttivi partirà un ricco programma. Prima il concerto della cantautrice Chiara Accardi, la cui musica riprende l’immediatezza del folklore siciliano mischiandolo con sonorità pop vicine all’elettronica. A seguire l’esibizione di Bruna. Il suo timbro caldo fonde più generi, dal cantautorato all’indie folk, e li riplasma in atmosfere fresche e profonde. Malinconia e forza ed intimità si mescolano. Dopo le due cantautrici sarà la volta di un gruppo tutto al femmminile, le Klostès.

Le quattro componenti del complesso raccontano miti e incanti; suggestioni siciliane, intrise di sonorità mediterranee e di citazioni della Grecia moderna. Poi sarà la volta di uno dei momenti più attesi, vale a dire lo spettacolo di Roberto Lipari, celeberrimo attore e comico che, con la sua sagace e sferzante ironia, attraverserà le storture della nostra società. Dietro la risata, l’analisi e la riflessione offrono nuovi punti di vista. La chiusura della seconda giornata e dell’intero Festival sarà affidata al cantautore Alessio Bondì, che si distingue per una scrittura meticci che nasce da radici folk e si mescola con i ritmi contemporanei e il suono esotico del dialetto palermitano.

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