Questione meridionale, i Sindacati a Palermo, "Il Recovery Plan adesso ne riconosca la centralità” - QdS

Questione meridionale, i Sindacati a Palermo, “Il Recovery Plan adesso ne riconosca la centralità”

Questione meridionale, i Sindacati a Palermo, “Il Recovery Plan adesso ne riconosca la centralità”

sabato 19 Settembre 2020

Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Regione un tavolo permanente sullo sviluppo. “Musumeci superi contrasti con Roma per il bene della Sicilia”. Dal palco si sono alternati i segretari di Cgil Cisl e Uil siciliane, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone. Sono intervenuti anche i nove rappresentanti dei settori dell'economia

PALERMO – Come preannunciato, i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno tenuto ieri mattina a Palermo la prima manifestazione regionale all’aperto in epoca Covid, nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale intitolata “Ripartire dal Lavoro”.

Un titolo più che simbolico, poiché i sindacati hanno denunciato la precaria situazione economica della Sicilia, regione dove il 47% delle famiglie vive unicamente di lavoro a tempo determinato, gli occupati sono poco più di un milione 300 mila e per effetto di una pandemia che ha determinato l’aggravamento della precarietà sociale, con pesanti ricadute su famiglie e imprese, a rischio sono 150 mila posti.

“Sullo sfondo di un’economia che da trent’anni lascia l’Isola ultima in Italia per reddito pro-capite – hanno dichiarato i sindacati – e vede il Sud ipotecato da ritardi strutturali appesantiti ora dalla più grande crisi dal secondo dopoguerra”. In Sicilia il raduno si è svolto nel Foro Italico di Palermo. In un’area delimitata. E nel rispetto delle norme su distanziamento e sicurezza. Dal palco si sono alternati i segretari di Cgil Cisl e Uil siciliane, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone. Sono intervenuti anche i nove rappresentanti dei settori dell’economia, e sono stati puntati i riflettori sulle principali vertenze in corso: dalla scuola, alla sanità, al commercio all’edilizia e all’agricoltura, ai temi che riguardano i pensionati, i giovani e la pubblica amministrazione. Gigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, ha tirato le fila di interventi e manifestazione. Cgil Cisl e Uil, hanno detto che le imprese e i lavoratori siciliani rischiano quattro volte di più che nel resto d’Italia ed hanno chiesto un tavolo permanente con all’ordine del giorno i temi dello sviluppo, oltre che di modernizzazione e sburocratizzazione. Per Cigl, Cisl e Uil serve un piano a breve, medio e lungo termine che abbia al centro, sul doppio fronte regionale e nazionale, investimenti in tutti i settori per garantire un efficace sviluppo della Sicilia. “Rivendichiamo l’applicazione della clausola del 34% non rispettata fino all’ultima Finanziaria – ha detto Mannino – ma occorrerà puntare su una gestione unitaria e organica delle risorse col coinvolgimento dei territori, per evitarne la frammentazione. E va realizzato un modello di sviluppo centrato sulla sostenibilità ambientale. Inoltre, occorrerà vigilare per evitare le infiltrazioni mafiose”.

Quanto al governo regionale, “esca da questa fase di stallo ed eviti sterili contrapposizioni col governo nazionale, partecipando a un confronto costruttivo, nell’interesse della Sicilia e dei siciliani”.
Per Cappuccio “è urgente un’accelerazione che dia rapidamente corpo alle Zone economiche speciali, sostenendo anche l’economia turistico-culturale e il sistema dei servizi”. E si può anche pensare a “Zes specializzate per i distretti turistico-culturali”.

Nel corso della manifestazione è stata sottolineata la necessità di una fiscalità compensativa, capace di attrarre dall’estero, nuovi investimenti, oltre alla creazione di percorsi formativi per fermare l’esodo dei giovani dall’isola. Sbarra ha sostenuto che “vanno intercettate tutte le ingenti risorse Ue che si aggiungono alle risorse nazionali”: quasi 300 miliardi tra Recovery fund, Mes sanitario e fondo Sure per il lavoro. L’occasione è irripetibile, ha detto. Ma per non sprecarla vanno sbloccati gli investimenti. A partire da infrastrutture, digitalizzazione e transizione verde.

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