Le quote rosa? Spia dell’arretratezza culturale che affligge il nostro Paese” - QdS

Le quote rosa? Spia dell’arretratezza culturale che affligge il nostro Paese”

Angela Ganci

Le quote rosa? Spia dell’arretratezza culturale che affligge il nostro Paese”

sabato 27 Novembre 2021

Sabrina Zuccalà, imprenditrice siciliana, è specializzata nel settore delle nanotecnologie. “Patriarcato e misoginia vanno contrastati piuttosto attraverso l’educazione”

Donne e carriera, donne e innovazione, un binomio vincente che considera il genere femminile non nei termini del più comune “sesso debole”, ma quale indiscusso esempio di forza, energia, successo.

Donne capaci di contribuire attivamente al progresso della società, motivando i giovani a credere in se stessi e nel proprio futuro: un esempio in questa direzione è oggi validamente rappresentato da Sabrina Zuccalà, di origini siciliane e presidente del laboratorio internazionale di nanotecnologie 4WARD360 S.r.l., che ha voluto condividere con il Quotidiano di Sicilia la propria esperienza professionale.

Dottoressa Zuccalà, come è nata la sua idea imprenditoriale? In cosa consiste? Cosa suggerisce alle giovani donne per avere successo nel lavoro oggi, in una società in cui l’uomo è al potere?
“L’idea è nata da una serie di incontri importanti che mi hanno illuminato. Cominciai qualche anno fa con il trattamento per la conservazione dei beni culturali attraverso formulati in nanotecnologie che riscosse molto interesse da parte dei media. Oggi posso dire che la nanotecnologia è capace di rispondere alle criticità nell’ambito della protezione e preservazione dal degrado delle superfici materiche con applicazioni in molteplici settori, dalla medicina alle energie rinnovabili. Sono orgogliosa di questo traguardo, anche se essere imprenditori non è per nulla facile, soprattutto se donne. All’uomo e alla donna imprenditori di oggi si richiedono un’estrema dinamicità e una brillante capacità di guardare alla società per produrre quelle novità che possano essere utili per una crescita conforme ai principi della natura che, se ben compresa, offre con semplicità soluzioni geniali a svariati problemi. Se una donna riscopre in sé queste capacità deve coltivarle, senza lasciarsi scoraggiare per il solo fatto di essere donna”.

Sempre in tema di donne e riconoscimento, cosa pensa delle quote rosa? Sono per lei un “passaggio” fondamentale e necessario per la conquista delle parità?
“Quella delle quote rosa è una tematica importante al centro del dibattito attuale sul genere e l’occupazione femminile. Da donna, sono contraria alle quote rosa perché la ritengo spia dell’arretratezza culturale del nostro paese. Sostenere che abbiamo bisogno di una legge sulle quote rosa proprio per via di tale arretratezza culturale è un argomento che non trova il mio sostegno: bisogna, invece, puntare sull’educazione facendo comprendere l’importanza della parità di genere, contrastando così l’emergere di forme sociali patriarcali e misogine”.

Tornando alla sua personale esperienza, il fatto di essere donna ha mai rappresentato un ostacolo alla sua carriera professionale?
“Nel nostro Paese è difficile essere donna manager e conciliare tale posizione con la famiglia, questa è un’esperienza limitativa per tutti, nessuno escluso .Nonostante gli innegabili vantaggi dell’inclusione femminile in ambito professionale, in un mondo lavorativo storicamente dominato dagli uomini, l’universo femminile continua a essere oggi poco rappresentato. Le storie di successo delle imprenditrici sono, però, a mio avviso, di ispirazione per tutte quelle donne che vogliano mettere alla prova se stesse, a dispetto di una società ancora prevalentemente maschile. Il mio personale augurio va quindi a tutte le donne imprenditrici portatrici del giusto mix di determinazione, sacrificio e organizzazione, ingredienti con cui si possono raggiungere i traguardi a cui si ambisce, riuscendo a fare concretamene la differenza”.

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