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Quotidiani, pdf pirata, stop a duecento canali Telegram

redazione web

Quotidiani, pdf pirata, stop a duecento canali Telegram

lunedì 08 Giugno 2020

Due indagati a Bari, perquisizioni e due denunce in Sicilia e in Veneto. La Federazione editori, che aveva denunciato la frode con Agcom, "un segnale importante". Come prevede la legge sul diritto d'autore sequestrati gli strumenti usati

Più di duecento canali Telegram sequestrati perché diffondevano pdf pirata di giornali, riviste, libri e file di brani musicali e i primi due indagati dalla Procura di Bari, due giovani hacker, perché gestivano alcuni di questi canali.
Prosegue l’inchiesta della magistratura, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, avviata in aprile dopo la denuncia di Fieg e Agcom, sulla pirateria digitale di beni tutelati del diritto d’autore.

Una frode che, stando alle stime della Gdf, delegata agli accertamenti, causerebbe al solo settore dell’editoria danni per circa 670mila euro al giorno (250 milioni di euro all’anno).

All’attività degli inquirenti baresi ha espresso “il più profondo apprezzamento” il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, che l’ha definita “un segnale importante di sensibilità per il settore dell’editoria. Un impegno concreto nell’attività di protezione del diritto d’autore”.

“L’attività condotta – spiegano gli investigatori – è volta allo smantellamento di una delle principali modalità di distribuzione illecita dei contenuti sulle reti telematiche e, in particolare, sulla piattaforma Telegram”.

Dopo poco più di un mese di monitoraggio quotidiano dell’applicazione di messaggeria istantanea, a seguito del primo sequestro d’urgenza del 27 aprile, gli investigatori sono riusciti a bloccare centinaia di canali e a identificare due persone, residenti in Sicilia e in Veneto, denunciandole per violazione della legge che tutela il diritto d’autore e i diritti connessi e per ricettazione, per aver diffuso l’illecito materiale editoriale e musicale.

I due hacker sono stati sottoposti oggi a perquisizioni domiciliari da parte della Guardia di finanza. Rischiano multe salate oltre alle sanzioni penali e amministrative.

“La legge sul diritto d’autore – spiega infatti la Procura – prevede la confisca degli strumenti utilizzati per l’illecita diffusione e per la fruizione di tale servizio”. Per settimane gli inquirenti baresi si sono trovati alle prese con sequestri di canali ai quali seguiva l’apertura di nuovi con nomi diversi e stessi contenuti, senza possibilità, fino a questo momento, di poter identificare i responsabili.

“L’applicazione – aggiunge la Procura – risulta sviluppata dalla Telegram LLC con sede in Dubai, società nota per proteggere i dati e la privacy degli utenti” e, per questo, “allo stato attuale non sono identificabili gli amministratori dei singoli canali”.

La svolta è arrivata con l’identificazione dei primi due gestori di canali attraverso i quali avveniva l’illecita diffusione dei file, migliaia di pdf di quotidiani, settimanali, romanzi e testi universitari.

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