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Raddoppio ferroviario Messina – Catania, c’è l’ok agli svincoli provvisori ma rimane il nodo Itala

Raddoppio ferroviario Messina – Catania, c’è l’ok agli svincoli provvisori ma rimane il nodo Itala
Immagine di repertorio, foto di Mihai Lazăr su Unsplash

Dal Mase pareri favorevoli per tre svincoli, ma rimane aperta la questione di Itala. Ecco gli ultimi sviluppi in vista dei lavori per il raddoppio ferroviario.

È arrivato il via libera da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica agli svincoli provvisori di Nizza di Sicilia, Sant’Alessio e Taormina per agevolare i lavori RFI necessari al completamento del raddoppio ferroviario Messina – Catania.

Una decisione attesa per oltre 20 mesi dalla provincia ionica, che nel frattempo è stata invasa dai mezzi pesanti del Consorzio che in zona sta operando – tra molteplici difficoltà e rallentamenti legati alla presenza di arsenico nelle terre da scavo – per proseguire i lavori nella tratta Giampilieri – Fiumefreddo.

Raddoppio Messina-Catania, via libera agli svincoli provvisori

Il Mase ha espresso parere positivo di compatibilità ambientale per tre delle quattro rampe temporanee previste sull’autostrada A18, lasciando però in sospeso — con un giudizio negativo — lo svincolo di Itala. La decisione, annunciata dal deputato regionale e sindaco di Roccalumera Giuseppe Lombardo, riapre il cantiere politico e amministrativo intorno a un’opera pensata per deviare il passaggio dei mezzi pesanti e alleggerire il traffico urbano della fascia jonica messinese.

La vicenda — già complessa sul piano tecnico — è divenuta nel tempo incandescente sul piano sociale: nella frazione di Itala si era dato vita a una petizione popolare contro la costruzione di due rampe provvisorie, mentre i Comuni di Nizza, Roccalumera, Furci Siculo, Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio guardavano con apprensione alla possibile prosecuzione dei flussi di tir sul lungomare.

Una “soluzione tampone”

Per i sindaci del comprensorio, lo svincolo temporaneo rappresentava una soluzione tampone per ridurre i disagi quotidiani e i rischi per la sicurezza: senza quelle opere, i tir continueranno nel frattempo a spostarsi sulla statale, intasando di traffico nelle ore di punta le strette arterie cittadine, con impatti su viabilità, economia locale e qualità della vita.

“Ci siamo con gli svincoli — ha dichiarato Lombardo —. Trasmesso il decreto di compatibilità ambientale da parte del Mase alla Regione siciliana per la firma dei Beni culturali. È stato espresso un giudizio positivo per Nizza di Sicilia, Sant’Alessio e Taormina ma purtroppo negativo per Itala”.

Una procedura lunga e complessa

Il sindaco-deputato non nasconde il fastidio per la durata della procedura: “Abbiamo impiegato 20 mesi per arrivare a un parere ambientale — scrive sulla sua pagina Facebook —, forse anche perché chi ha avviato la procedura è stato troppo ottimista sulla valutazione preliminare”.

Con il decreto VIA positivo, il procedimento passa alla Regione per la firma dei Beni culturali, ultimo atto prima della cantierizzazione. Lombardo annuncia già un confronto operativo con RFI, Italferr e il consorzio appaltatore “per capire il cronoprogramma degli atti conclusivi e l’inizio lavoro”. L’obiettivo dichiarato è che i cantieri partano rapidamente dove possibile, mitigando l’impatto sui cittadini e garantendo un percorso certo per la mobilità del territorio.

Resta comunque il nodo Itala. Il parere negativo — di fatto — esclude l’opera provvisoria in quel tratto, con conseguenze concrete: uno snodo strategico del litorale rischia di rimanere senza collegamento autostradale temporaneo, costringendo il traffico pesante a percorrere ancora le strade urbane. Nella documentazione integrale del Mase si comprenderanno le ragioni del rigetto per Itala — motivazioni progettuali, vincoli paesaggistici, rischi per beni culturali o questioni legate alla sicurezza e alla salute pubblica. Dalle relazioni tecniche sarà possibile capire se si tratta di un ostacolo tecnico superabile con modifiche progettuali o di un paletto sostanziale che richiederà scelte alternative.

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Foto di Mihai Lazăr su Unsplash