Sono ore di dolore e interrogativi nel Palermitano dopo la morte di Simona Cinà, studentessa e pallavolista 21enne, trovata senza vita all’alba nella piscina di una villa privata a Mongerbino, sul litorale di Bagheria. La ragazza stava partecipando a una festa di laurea organizzata da due neo-dottori.
Secondo una prima ricostruzione, Simona sarebbe annegata, ma le circostanze sono tutt’altro che chiare. La piscina è di piccole dimensioni, e nessuno, per lungo tempo, si sarebbe accorto della sua presenza in acqua.
Decine di giovani ascoltati, un ragazzo portato in caserma per il dna
Nel corso della giornata i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno ascoltato decine di partecipanti alla festa. Un ragazzo, in particolare, è stato accompagnato in caserma per un prelievo del dna, dopo che nella villa sono state trovate tracce di sangue.
Il giovane avrebbe spiegato di essersi ferito dando un calcio per lo choc subito alla notizia della morte. Un dettaglio che sarà verificato attraverso gli accertamenti biologici.
L’avvocato della famiglia: “Troppi interrogativi, la piscina è piccola”
A parlare è anche il legale della famiglia Cinà, l’avvocato Gabriele Giambrone, che in una nota ufficiale solleva una serie di dubbi sulla dinamica: “Nessuno per molto tempo si è accorto che Simona era in acqua morta. Eppure la piscina è piccola e la villa era piena di giovani. Poi la ragazza aveva la faccia in su. Se fosse caduta in acqua non l’avrebbero trovata in quella posizione”.
L’avvocato sottolinea inoltre l’incongruenza della posizione del corpo: in genere, chi annega viene ritrovato a faccia in giù, mentre Simona era supina.
Nessuna traccia di alcol alla festa “open bar”
Altro elemento che alimenta i sospetti è il fatto che, nonostante l’evento fosse pubblicizzato come open bar di alcolici, sulla scena non sono state trovate bottiglie di alcol. Solo acqua, dettaglio insolito per una festa frequentata da molti giovani.
Graffi sul petto e pista da ballo vicinissima alla piscina
Secondo quanto riferito dagli investigatori, Simona presentava graffi sul petto. Potrebbero essere compatibili con i tentativi di rianimazione, ma non si esclude alcuna ipotesi. Un altro dettaglio che desta perplessità è la vicinanza della piscina alla pista da ballo, ma nessuno degli invitati riferisce di aver visto o sentito nulla.
Disposta l’autopsia, salma sotto sequestro
La Procura ha disposto l’autopsia per chiarire le cause esatte del decesso. La salma è stata posta sotto sequestro, e gli investigatori stanno valutando ogni dettaglio, alla ricerca di riscontri oggettivi che possano confermare o smentire l’ipotesi di un incidente.
Le indagini proseguono senza sosta, mentre la famiglia di Simona attende verità e giustizia per una morte che, al momento, resta avvolta nel mistero.

