Green pass sì, Green pass no. Vaccini sì, vaccini no. Si va inasprendo la polemica tra i fautori della vaccinazione e i contrari (i cosiddetti No Vax).
Abbiamo intervistato più volte medici ed esponenti del mondo istituzionale (assessori, commissari Covid) che hanno spiegato perché è importante fare il vaccino. Per il bene di tutti.
QdS.it ora vorrebbe sentire anche alcuni esponenti dei “contrari ai vaccini” per far sentire le loro ragioni. Senza generare odio. Mettendoli a confronto (video) con una rappresentanza del mondo della medicina.
La parola ai No vax
Invitiamo questi cittadini a scriverci al nostro indirizzo redazioneweb@quotidianodisicilia.it (scrivendo nell’oggetto NO VACCINO) per farsi avanti e raccontare le loro paure o manifestare la loro indignazione (motivandola).
La Sicilia è oggi la regione italiana con la più bassa percentuale di vaccinati con doppia dose (61,67% contro il 70% della media italiana, con la punta del 76% del Lazio) e il più alto numero di contagiati giornalieri (1.600 circa ieri). La qualcosa ha portato l’Isola ad essere di nuovo in zona gialla (prima regione in Italia a fare marcia indietro).
Proprio ieri è nato un gruppo su Telegram in cui i No Vax chiedono di segnalare i nomi e i numeri di telefono di quanti (politici, medici e giornalisti in primis) si dicono favorevoli all’obbligatorietà dei vaccini.
“La crociata di una parte del mondo politico e di quello medico contro chi ha scelto di non vaccinarsi rischia solamente di alimentare e di acuire uno scontro sociale già esistente e pericoloso”, ha affermato la parlamentare europea Francesca Donato.
No all’odio, sì al dialogo
“Stiamo assistendo ad uno spettacolo surreale – spiega l’eurodeputata – politici che incolpano cittadini, medici che minacciano addirittura di non curare chi è privo di green pass e addirittura un ordine professionale come quello dei medici di Palermo che denuncia ‘vessazioni’ organizzate da parte di presunti ‘pazienti negazionisti’.
“È sconcertante questo continuo soffiare sul fuoco dell’odio sociale in un momento in cui una parte della popolazione si sente stigmatizzata e discriminata e rischia di arroccarsi per reazione sempre più su posizioni radicali e di rottura. È pericoloso e non è degno di chi ha responsabilità pubbliche o ha prestato il giuramento di Ippocrate” conclude l‘esponente della Lega a Bruxelles.

