Il “Cammino di Santiago” siciliano passa tra le distese di grano e le aree verdi del ragusano. Peppe De Caro: “Un tassello per lo sviluppo e la valorizzazione di nuovi sentieri di mobilità sostenibile”
RAGUSA – “Era febbraio 2016 quando mi rubarono il mio unico mezzo di locomozione, chiamai il mio amico Tano Melfi, che aveva pensato di fare il percorso della Trasversale Sicula a bordo di un carretto siciliano trainato da un mulo, e gli dissi che avremmo dovuto fare un percorso a piedi. Quindi partimmo da Kamarina e ci incamminammo orientandoci guardando la direzione dell’Etna. È stata un’esperienza unica e molto emozionante”. Così esordisce Peppe De Caro, appassionato di cammini e scopritore dell’Antica Trasversale Sicula, intervistato in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia.
Tra le enormi distese di grano e le aree verdi coltivate a uliveti e vigneti si scorgono le regie trazzere che un tempo furono le strade di collegamento della Sicilia.
L’Antica Trasversale Sicula per la prima volta fu percorsa da 3 amici che, dunque, nel 2016, partirono alla ricerca di questo cammino, seguendo l’ipotesi dell’archeologo Biagio Pace.
Pace aveva compiuto degli studi su una via di collegamento tra i vari insediamenti e le città del mondo antico dell’entroterra siculo. Il percorso inizialmente era tracciato fino a Licodia Eubea. Oggi esiste un’associazione che ha lo scopo di valorizzare i siti storico-naturali meno conosciuti del territorio regionale. Il sodalizio si avvale dell’aiuto di numerosi volontari con diverse professionalità, come archeologi, geologi, ingegneri naturalistici ed esperti in altri settori come l’escursionismo ma anche semplici appassionati.
“La Trasversale Sicula è un cammino di circa 650 km – ha continuato Peppe De Caro – che taglia la Sicilia da ovest a est, parte da Mozia (Tp) e termina a Kamarina (Rg) o viceversa. Attraversa 8 province, 57 Comuni, 6 parchi archeologici, 47 siti di interesse storico-archeologico, 1 parco e 7 riserve naturali. Il cammino mediamente si può percorrere in circa 40 giorni, suddiviso in tappe da 15 km e lungo il percorso si incrociano luoghi dal fascino eterno, dall’età protostorica siciliana, all’età ellenica, fino al periodo bizantino. Oggi sono migliaia le persone che si sono unite a questa straordinaria iniziativa, una missione di riscatto sociale e culturale per l’intera isola”.
Per partire basta avere uno zaino in spalla con una tenda per il pernottamento, ma ormai si possono trovare punti di accoglienza per circa il 40% del percorso, alcuni sono gestiti da associazioni oppure da enti, proloco o da singole persone. I periodi consigliati per intraprendere il cammino sono primavera e autunno.
“Entro la fine di quest’anno speriamo di poter tracciare tutto il percorso con delle segnaletiche – ha aggiunto De Caro – affinché chiunque possa percorrere il cammino in totale autonomia. Stiamo creando una sinergia con i Comuni attraversati per mantenere pulito il percorso e tutti i siti visitabili. La Trasversale Sicula può essere uno strumento importante per garantire un turismo responsabile e sostenibile sempre più vocato al green. Covid permettendo speriamo di partire, come da tradizione, il 4 ottobre, per la festa di San Francesco d’Assisi”.
“Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con la F.I.A.B. Sicilia (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) – ha concluso Peppe De Caro – per l’avvio di un importante progetto per creare un percorso adatto al cicloturismo, apportando le dovute modifiche per renderlo più agevole per i ciclisti. Saranno organizzati specifici eventi, manifestazioni e raduni che promuoveranno il percorso ed i territori da esso attraversati, migliorando le condizioni del territorio e lavorando per aumentare la quantità e la qualità dei servizi turistici come nuovi percorsi, strutture ricettive e servizi al cicloturismo”.
Biagio Tinghino